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La mancata riforma della Rappresentanza Militare: La casta è casta e va sì rispettata! PDF Stampa E-mail

La casta è casta e va si rispettata!

Di questi tempi è nota la grave crisi di rappresentatività che viene imputata alla classe politica italiana mentre, al contrario, nel leggere le cronache parlamentari delle Commissione Difesa di Camera e Senato sembrerebbe che la Rappresentanza Militare riscuota la massima fiducia e considerazione da parte della propria base elettiva.

Questo assurdo (perché di tale ritratta in quanto è notorio che solo la R.M. riesce ad essere più squalificata dell’attuale sistema politico italiano) si evince in particolare dai lavori del Senato dove, invece di recepire le istanze per una reale riforma della Rappresentanza Militare in grado di dare concrete risposte alle aspettative di diritti e di tutela del personale militare, si sta tentando di partorire l’ennesima mancata riforma che, nella migliore delle ipotesi, non risolverebbe le problematiche annose lasciando tutto immutato con insoddisfazione della stragrande maggioranza dei diretti interessati.

Ma chi rappresentano in realtà questi parlamentari che indistintamente, siano essi di maggioranza o di opposizione, si comportano tutti allo stesso modo eludendo le problematiche che attanagliano i cittadini?

Perché il Parlamento italiano, pur ribadendo la propria convinta fede europeista, continua a negare al personale militare i diritti fondamentali e le tutele indispensabili che la gran parte dei loro colleghi europei hanno ormai consolidato da anni?

Perché tutti i politici, indipendentemente dal loro colore, che vi hanno chiesto il vostro voto in cambio del loro impegno di risolvere i vostri problemi oggi, invece, ignorano la promessa e lasciano tutto immutato?

Emerge ormai dirompente una verità: questa classe politica non è adeguata ai bisogni della gente e probabilmente è arrivato il momento di mandarli a casa.

Sarà bene ricordarselo quando si ritornerà a votare, non ha importanza se di destra, di sinistra o centro l’importante è mandarli a casa perché tutti indistintamente hanno tradito gli impegni politici assunti, quindi non meritano più la vostra fiducia!

Per quanto riguarda i contenuti della presunta riforma della R.M., dalle indiscrezioni trapelate si evince persino un peggioramento dell’attuale situazione con la creazione della “casta” dei rappresentanti che potranno così essere rieletti all’infinito senza dover rendere conto a niente e a nessuno e partecipare persino ai consigli di amministrazione degli enti previdenziali; insomma un vero e proprio “sindacato giallo”.

Si sa tra gli “eletti” ci si intende!!

Comunque è necessario che la classe politica si renda conto che il processo di crescita democratica delle Forze Armate italiane non può fermarsi ne può arretrare perché è in gioco la stessa affidabilità democratica delle istituzioni militari, quindi è scontato che una eventuale mancata riforma non sarà accettata dal personale militare con inevitabili ripercussioni dovute al disagio e l’insofferenza per una situazione divenuta ormai insostenibile!!

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Alcune indiscrezioni parlamentari sulla proposta di Riforma della Rappresentanza Militare da parte della Commissione Difesa riferiscono di un disegno di legge, frutto di una sorta di inciucio (accordo bi-partisan), che sarà disponibile nei prossimi giorni.

Dalle prime valutazioni emergono due considerazioni negative fondamentali.

La prima che la R.M. resta all'interno dell'ordinamento militare, la seconda che non si introduce nessuna apertura al diritto associativo.

In buona sostanza, "cambiando l'ordine dei fattori, il prodotto non cambia", poche le modifiche di sostanza, tante parole che rimandano ad un successivo Regolamento di Attuazione che restringerà, se possibile, ancora di più gli spazi interpretativi.

Più che di una riforma della Rappresentanza Militare si ha l'impressione che si tratti di una riforma per i “Rappresentanti Militari" del Cocer ovviamente.

Il Presidente continua a rimane il più alto in grado, anche se si inserisce un Segretario elettivo che non si capisce per fare che/cosa.

Rieleggibilità riproposta all'infinito, incarichi a tempo pieno solo per i delegati COCER che parteciperanno anche alle riunioni dei consigli di amministrazione degli enti di assistenza del personale militare.

Non una sola parola sulla “TUTELA INDIVIDUALE", mentre i verbali continuano a rimanere non pubblicabili.

Come ciliegina sulla torta le norme transitorie prevedono che, all'approvazione del d.d.l., i delegati in carica non decadono dal mandato ma proseguono nel nuovo.

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(ANSA) La Commissione Difesa del Senato si appresta a varare il testo sulla riforma della rappresentanza militare: lo ha detto il presidente della Commissione, Sergio De Gregorio, intervenendo ad una iniziativa delle associazioni Andromeda e Italia protagonista su “Riforma della rappresentanza o sindacato?”

Tra un paio di settimane, ha proseguito De Gregorio, dovrebbe essere pronta una bozza condivisa, e la condivisione del provvedimento in Commissione - ha aggiunto - fa ben sperare per un iter rapido in Aula. Secondo il presidente della Commissione Difesa, che ha auspicato una rappresentanza militare “forte”, anche in questa materia, “la politica deve riappropriarsi del suo ruolo da protagonista, altrimenti fioriranno i Grillo e i Soloni”.

Favorevole ad un “sistema di rappresentanza forte” per le Forze armate e i Corpi militari dello Stato, ma contrario al sindacato, si è detto Luigi Ramponi, di An, intervenuto al convegno. Secondo Ramponi, le caratteristiche del comparto Difesa si coniugano bene con l'istituto della rappresentanza militare, “che però deve essere riformato: occorre far fare un passo avanti a questa rappresentanza”, senza però trasformarla in sindacato.

La necessità di un sistema di rappresentanza rafforzato è stata sottolineata anche da Maurizio Gasparri, sempre di An, che ha sottolineato “le politiche negative del Governo nei confronti del mondo militare e della sicurezza, soprattutto in materia economica e normativa”.

Filippo Ascierto, altro parlamentare di Alleanza nazionale, si è chiesto “perché da ben quattro legislature si continua a parlare di riforma della rappresentanza e non si porta mai a compimento”.

A suo avviso “è solo una questione di miopia, e non solo politica. Talvolta sono gli stati maggiori a non cogliere l'opportunità di modernizzare il rapporto interno con il personale e quello esterno con le istituzioni”.

Anche sul versante politico opposto, è condivisa la necessità di una riforma della rappresentanza. Secondo Roberta Pinotti (Ds), presidente della Commissione Difesa della Camera, è ormai “realisticamente pensabile una riforma seria e incisiva della rappresentanza militare, ma non un sindacato”.

Una riforma che garantisca, tra l'altro, “reale autonomia e rappresentanza, capacità negoziale, tutela del singolo”.

Presenti al convengo anche i rappresentanti dei Cocer della Forze armate, al cui interno il dibattito tra riforma della rappresentanza o sindacato è aperto.

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Legislatura 15º - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 31 del 15/11/2006

(74) MALABARBA. - Riforma della rappresentanza militare e norme sul diritto di associazione del personale delle Forze armate e delega al Governo in materia di contrattazione collettiva del personale delle Forze armate

(428) RAMPONI. - Ordinamento della rappresentanza militare

(652) NIEDDU ed altri. - Riforma della rappresentanza militare

(Esame congiunto e rinvio)

Il relatore Giulio MARINI (FI) illustra congiuntamente i disegni di legge in titolo, dando diffusamente conto della finalità delle iniziative legislative e del dibattito che nella scorsa legislatura si è svolto presso la Camera dei deputati. Auspica quindi la costituzione di un comitato ristretto, al fine di pervenire all’elaborazione di un testo unificato idoneo a soddisfare le aspettative delle categorie interessate.

Il presidente DE GREGORIO dichiara aperta la discussione generale.

La senatrice BRISCA MENAPACE (RC-SE), nel ricordare che il passaggio allo strumento militare professionale comporta ovviamente dei cambiamenti, si chiede se essi non riguardino anche i profili oggi in esame. In questo quadro, si domanda se le regole di ingaggio attualmente prevedano tra le clausole di risoluzione del contratto di lavoro il ricorso all’obiezione di coscienza e se arruolandosi nell’esercito professionale sia successivamente possibile entrare a far parte dei corpi civili di pace. Gli interrogativi sono anche indotti dal fatto che il ricorso ad una successiva obiezione di coscienza è ad esempio possibile in Israele.

Il senatore RAMPONI (AN) ritiene l’ipotesi irrealistica, tanto da non essere presa in considerazione da alcuna Forza armata al mondo. Rileva quindi che la necessità di rivedere la normativa in tema di rappresentanza non è dovuta tanto all’abolizione del servizio di leva e alla trasformazione dello strumento militare in strumento professionale, bensì all’esigenza di riformulare i compiti ed il ruolo della rappresentanza, di assicurarne una presenza in fase di negoziazione del contratto di lavoro e di aggiornare, in senso più complessivo, una normativa ormai datata. Dopo aver rievocato le vicende che hanno contrassegnato la discussione di analoghi provvedimenti nel corso delle due legislature precedenti, evidenzia che sulla necessità di procedere ad una modifica della disciplina della rappresentanza si riscontra un vasto consenso, anche sotto il profilo dei contenuti, atteso che le pur diverse maggioranze susseguitesi nelle ultime due legislature hanno tuttavia sostenuto normative analoghe. Auspica pertanto che sia possibile giungere in tempi rapidi ad un testo unificato che raccolga il più ampio favore della Commissione e consenta di rafforzare l’incisività degli organi di rappresentanza militare.

Il senatore NIEDDU (Ulivo) evidenzia le ragioni per le quali una riforma della rappresentanza militare è oggi particolarmente urgente, soffermandosi in particolare sulla necessità di garantire una più autonoma agibilità dei diritti sindacali in ambito militare. Nel caldeggiare l’adozione di soluzioni normative condivise, suggerisce in via preliminare lo svolgimento di audizioni dei rappresentanti del COCER Interforze, recentemente rinnovati, atteso che al loro interno si riscontrano posizioni divergenti e che la complessità della problematica provoca nelle Forze armate anche un forte coinvolgimento emotivo.

Concorda con l’esigenza di procedere ad audizioni il PRESIDENTE, che anticipa che l’argomento verrà discusso nel prossimo Ufficio di Presidenza della Commissione, allargato ai rappresentanti dei Gruppi.

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

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Legislatura 15º - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 32 del 16/11/2006

(74) MALABARBA. - Riforma della rappresentanza militare e norme sul diritto di associazione del personale delle Forze armate e delega al Governo in materia di contrattazione collettiva del personale delle Forze armate

(428) RAMPONI. - Ordinamento della rappresentanza militare

(652) NIEDDU ed altri. - Riforma della rappresentanza militare

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio. Costituzione di un comitato ristretto)

Riprende l’esame congiunto, sospeso nella seduta pomeridiana del 15 novembre scorso.

Il relatore Giulio MARINI (FI), dopo aver svolto alcune considerazioni sulle iniziative legislative, di cui segnala nuovamente la delicatezza e l’importanza, formalizza la proposta di costituzione di un Comitato ristretto.

Il presidente DE GREGORIO, nel concordare con la proposta dal relatore, invita i Gruppi a designare i rispettivi rappresentanti, segnalando che il Comitato ristretto procederà innanzitutto alle audizioni delle rappresentanze militari che ne hanno fatto richiesta.

La Commissione conviene.

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 9,30.

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Legislatura 15º - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 76 del 14/06/2007

(74) MALABARBA. - Riforma della rappresentanza militare e norme sul diritto di associazione del personale delle Forze armate e delega al Governo in materia di contrattazione collettiva del personale delle Forze armate

(428) RAMPONI. - Ordinamento della rappresentanza militare

(652) NIEDDU ed altri. - Riforma della rappresentanza militare

(Seguito dell'esame congiunto e rinvio)

Il relatore Giulio MARINI (FI), riferendo in ordine agli esiti dell’audizione dei rappresentanti dei COCER svoltasi lo scorso 12 giugno dinanzi al Comitato ristretto, rileva che in quella sede è emersa l’esistenza di orientamenti differenziati circa le prospettive di riforma degli organismi di rappresentanza. Nel sottolineare il difficile compito della Commissione, ai fini dell’individuazione di un punto di armonizzazione tra le diverse istanze, esprime l’auspicio che, con la piena disponibilità di tutti i commissari, sia possibile giungere in tempi più rapidi alla redazione di un testo unificato.

Segnala altresì che sono nel frattempo pervenute le petizioni nn. 477 e 520, attinenti alla materia dei provvedimenti in titolo, che potranno dunque essere esaminate congiuntamente.

La Commissione prende atto.

Il PRESIDENTE, nel ringraziare il relatore, si unisce all’auspicio che si pervenga rapidamente alla elaborazione di un testo unificato.

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 15,35.

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Legislatura 15º - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 107 del 12/09/2007

(1683) GIAMBRONE ed altri. - Riforma del sistema della rappresentanza militare

(Esame e rinvio. Congiunzione con il seguito dell’esame congiunto dei disegni di legge nn. 74, 428, 652 e 1688 e delle petizioni nn. 477 e 520)

Il relatore Giulio MARINI (FI) si sofferma sui principali profili del disegno di legge, ricordando che sulla materia la Commissione ha alla sua attenzione altre iniziative legislative, sulle quali è in corso un apposito Comitato ristretto. Propone pertanto di congiungere a tali disegni di legge anche l’iniziativa legislativa in titolo.

Il senatore RAMPONI (AN) ricorda di aver fatto un personale sforzo di sintesi per pervenire ad un testo unificato in materia di riforma della rappresentanza militare, che a suo giudizio recepisce le principali esigenze di riordino della materia e che potrebbe aspirare a costituire un testo condiviso. Si ripropone pertanto di esaminare con attenzione anche i disegni di legge nn. 1688 e 1683, al fine di verificare la possibilità di includere alcuni profili nel testo da lui già predisposto.

Rispondendo ad un preciso quesito del presidente DE GREGORIO, il relatore Giulio MARINI (FI) rileva che la conclusione dei lavori del Comitato ristretto e l’approntamento di un testo unificato nel quale possano confluire tutte le istanze cui i disegni di legge sulla materia intendono corrispondere sono tutt’altro che lontani, e prospetta una possibile conclusione dei lavori del Comitato nella prossima settimana.

Dopo un intervento del senatore GIANNINI (RC-SE) (chiede puntuali notizie in ordine alle convocazioni del Comitato ristretto), ha la parola il senatore NIEDDU (Ulivo), il quale argomenta che, una volta ultimati i lavori del Comitato ristretto, è opportuna una convocazione, preferibilmente in sede informale, dei rappresentanti dei COCER Interforze, ai quali illustrare il testo unificato. Ciò atteso che, nel corso degli incontri con la Commissione difesa, i rappresentanti dei COCER interforze hanno evidenziato l’esistenza di posizioni divergenti sulla materia e considerato che il Comitato ristretto ha condotto i propri lavori tenendo conto della opzione maggioritaria.

Concorda con tale proposta il PRESIDENTE, il quale richiama l’attenzione dei Commissari sulla delicatezza del tema e sull’esigenza che anche su questa vicenda si riaffermi il primato della politica.

La Commissione conviene sulla proposta del relatore Giulio Marini di congiungere l’esame del disegno di legge 1683 alle altre iniziative legislative sulla rappresentanza militare (A.S. 74, 428, 652 e 1688)

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

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Legislatura 15º - 4ª Commissione permanente - Resoconto sommario n. 109 del 19/09/2007

(74) MALABARBA. - Riforma della rappresentanza militare e norme sul diritto di associazione del personale delle Forze armate e delega al Governo in materia di contrattazione collettiva del personale delle Forze armate

(428) RAMPONI. - Ordinamento della rappresentanza militare

(652) NIEDDU ed altri. - Riforma della rappresentanza militare

(1683) GIAMBRONE ed altri. - Riforma del sistema della rappresentanza militare

(1688) Giulio MARINI e GIULIANO. - Nuove disposizioni in materia di tutela dei diritti e degli interessi individuali e collettivi del personale militare

- e petizioni nn. 477 e 520 ad essi attinenti

(Seguito dell’esame congiunto e rinvio)

Riprende l’esame congiunto, sospeso nella seduta del 12 settembre scorso.

Il relatore Giulio MARINI (FI) annuncia che nella seduta del Comitato ristretto che si è svolta questo pomeriggio ha presentato un testo unificato, sul quale auspica possa registrarsi il consenso di tutti i commissari, in modo da poterlo assumere come testo base per il prosieguo dell’esame.

Il presidente DE GREGORIO preannuncia quindi che nella prossima settimana avrà luogo una nuova seduta del Comitato ristretto, che augura possa sciogliere gli ultimi nodi problematici. Prima di pervenire all’esame della Commissione plenaria, il nuovo testo verrà comunque sottoposto ai rappresentanti del COCER Interforze.

Il seguito dell’esame congiunto è quindi rinviato.

La seduta termina alle ore 16,20.

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

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Riportiamo una interessante e lucida analisi sulle possibili motivazioni che impediscono al Parlamento di realizzare una significativa riforma della Rappresentanza Militare riconoscendo diritti e tutele per il personale militare.
(Fonte da un servizio Gianluca Taccalozzi pubblicato su www.ficiesse.it.)

Perchè la Commissione Difesa del Senato sta cercando di far passare una “non riforma” della Rappresentanza Militare


.........In questi ultimi tempi è tornato di grande attualità il tema della riforma della rappresentanza militare (di cui alla legge 382/1978) all’ordine del giorno dei lavori parlamentari ormai da una decina di anni. Infatti, in Commissione Difesa del Senato è stato nominato un comitato ristretto per licenziare un testo base di riforma.
Sia dai resoconti delle ultime sedute della Commissione Difesa del Senato, sia dai due incontri-conferenza che hanno avuto luogo qualche giorno fa a Modena (nell’ambito della Festa dell’Unità) e Roma (organizzato da AN), si è chiaramente capito come gli esponenti delle parti politiche più interessate all’argomento (DS-Margherita ed AN) abbiano trovato un punto di incontro (o di compromesso, fate voi) che sta a metà tra il d.d.l. Ramponi (AN) ed il d.d.l. Nieddu (DS).
Un punto di incontro che dovrebbe scaturire in un testo base da portare in aula e che raccoglierebbe, in larga parte, gli intendimenti degli Stati Maggiori e dei Co.Cer. Esercito e Carabinieri.
Il tutto non rappresenterebbe, di per sé, un elemento di anomalia. Ma se l’argomento si approfondisce, numerosi e rilevanti sono gli elementi di sconcerto che si riscontrano.
Vediamo innanzi tutto quali sono i principi cardini dei d.d.l. Ramponi e Nieddu. Eccoli:
1. divieto di libertà di associazione (sindacale o meno) per i militari;
2. rafforzamento degli attuali organi di rappresentanza;
3. nessuna (o quasi) modifica del sistema di elezione e di responsabilità dei delegati;
4. nessuna o quasi previsione di meccanismi tesi a rendere effettivamente i Consigli di Rappresentanza più efficienti ed efficaci e, soprattutto, autonomi e indipendenti dagli Stati Maggiori;
5. riconoscimento pieno di parte sociale dei Co.Cer in sede di rinnovo contrattuale.
In pratica, è molto probabile che il futuro testo base che sarà licenziato dal Comitato ristretto, rappresenterà, di fatto, solo una ratifica legislativa di quanto i Consigli di Rappresentanza già si sono guadagnati sul campo (attraverso una interpretazione estensiva della Legge 382/1978), ma di fatto non realizzerà quella svolta democratica che la gran parte del personale aspetta.
Quello che però sconcerta maggiormente è il contesto e le modalità che hanno portato a questo intendimento comune di AN e DS-Margherita con la compiaciuta mediazione del presidente della Commissione, senatore De Gregorio. Infatti:
  1. il punto di incontro sopra accennato viene fatto passare come l’espressione della maggioranza delle rappresentanze militari (in virtù di una, quanto meno discutibile, votazione del comitato interforze all’uopo nominato per formulare una richiesta univoca sul tema), mentre, in realtà, tre Co.Cer su cinque (G.diF., Aeronautica e Marina) hanno rappresentato posizioni ben diverse (sindacato o quanto meno libertà di associazione);
  2. nel programma elettorale dell’Unione era previsto un radicale ”ripensamento” del sistema e in quello dei DS era espressamente previsto l’impegno per la libertà di associazione ai militari;
  3. nella precedente legislatura, un analogo Comitato ristretto elaborò un testo base che in pratica è lo stesso ripresentato in questa legislatura dal senatore Ramponi, testo che all’epoca fu fortemente contestato dal centrosinistra che oggi al contrario, contraddicendo come detto il loro programma elettorale, sembra aver cambiato idea.
In buona sostanza, si sta andando verso una “non riforma”.
Come detto, il testo che il Comitato ristretto si accinge a licenziare probabilmente accontenterà gli Stati Maggiori e qualche delegato Co.Cer che intende ritagliarsi più potere (come la piena rieleggibilità), mentre scontenta le aspettativa della gran parte del personale. Ciò in dipendenza di una classe politica abituata ad affrontare (o meglio non affrontare) i processi riformatori con un attenzione maggiore verso il consenso ed agli interessi corporativi rispetto all’interesse generale.
Ma perché si arrivati a questa soluzione? Quali sono le motivazioni (di sostanza e di opportunità politica) che inducono la politica a non riformare in modo serio la rappresentanza militare?
Proviamo a enumerarli:
  1. 1. la potenza corporativa degli Stati maggiori, che vedono male una svolta democratica nella rappresentanza, in quanto vorrebbe dire dover dividere il potere con il personale o quanto meno con le rappresentanze dello stesso, un po’ come accade nel pubblico impiego contrattualizzato (ragione di opportunità politica);
  2. il fatto che si teme che sindacalizzare le amministrazioni militari possa significare perdere in termini di efficacia e di certezza di esecuzione dell’ordine centrale (e non di efficienza come al contrario affermano gli Stati maggiori), ciò anche in considerazione degli effetti poco soddisfacenti che la contrattazione ha prodotto nel pubblico impiego privatizzato, peraltro provocato dalla mancanza di responsabilità della classe politica e non già dalla riforma stessa (ragione sostanziale);
  3. il fatto che il tema della rappresentanza militare è avvertito da una parte nùinoritaria del personale e dei delegati degli organismi (basti notare la poca attenzione che suscitano gli approfondimenti sul tema proposti da questo sito) e ciò fa riflettere la politica sull’opportunità di produrre una riforma della rappresentanza in termini di mancanza di consenso o, ancora peggio, in termini di interessi soli e propri dei delegati tesi all’ottenimento di maggiore spazio e potere (ragione di opportunità politica);
  4. il fatto che alle amministrazioni interessate siano assegnati compiti molto diversificati (difesa, sicurezza, polizia giudiziaria e addirittura polizia economica e finanziaria) e siano formate, per cultura e tipicità del lavoro, da personale con culture fortemente eterogenee. In dipendenza di ciò le ragioni delle resistenze ad una svolta democratica della rappresentanza sono molto più sostanzialmente giustificate per le amministrazioni che si occupano di difesa, laddove l’ordinamento militare risulta più idoneo e meglio difeso da una forte cultura della militarità.
È chiaro che il problema della riforma o della mancata riforma della rappresentanza militare presenta aspetti molto importanti nell’ambito del comparto sicurezza e difesa, in quanto i Cocer sono gli interlocutori istituzionali attraverso i quali la politica acquisisce le istanze del personale militare. Quindi, le posizioni assunte dai Cocer vengono identificate come le posizioni della maggioranza del personale, cosa spesso non vera visto il sistema di elezione degli organismi in questione e la mancanza di seppur minime forme di controllo dei rappresentati sulle scelte dei rappresentanti (per non dire che dei dirigenti militari che nel contempo parte e controparte). Pertanto, un organismo democratico e indipendente è avvertito come un grave pericolo per l’autonomia ed il potere contrattuale degli Stati maggiori.
Ma veniamo ad analizzare gli argomenti che i soggetti istituzionali hanno portato all’attenzione della politica. Gli Stati maggiori hanno avanzato resistenze basate sul pericolo di sfaldamento dell’efficacia/efficienza delle amministrazioni militari. I Co.Ce.R favorevoli al sindacato, hanno invece basato le loro rivendicazioni sui diritti dei cittadini-militari.
È proprio questa distonia di temi (efficacia/diritti) e il fatto che tra il personale non vi sia un interesse diffuso e condiviso su una riforma democratica della rappresentanza militare hanno prodotto e causato le conclusioni della politica sopra accennate.
Una politica che, come si usa fare in Italia, dà risposta solo a domande di breve periodo e di opportunità politica (atteggiamento che ha favorito ed alimentato i diffusi sentimenti di antipolitica si cui si parla molto in questi giorni) come: Mi conviene riformare democraticamente la rappresentanza militare? In quanti la vogliono davvero? Quanto consenso mi porterà alle prossime elezioni? Non è forse meglio dare qualche soldo in più in busta paga ed accontentare solo i delegati Co.Ce.R riconoscendogli la piena rieleggibilità e qualche piccolo potere in più? Il cittadino cosa pensa, cosa sa delle amministrazioni militari? Poco o niente, se non le notizie belle e l’apparenza di efficacia che si legge dall’informazioni proveniente dagli Stati maggiori.
Insomma, il ragionamento è questo: “Fare una riforma del genere non ci conviene politicamente perché non interessa alla maggior parte del personale militare e per niente al cittadino e forse non serve nemmeno al Paese. Molti dei delegati Co.Ce.R che ce lo chiedono lo fanno perché sono pseudo-sindacalisti alla ricerca di visibilità, mentre è utile che gli Stati maggiori continuino a disporre di un’ampia autonomia e possano comandare le amministrazioni senza gli intoppi del sindacato”. Per cui: “riformare non riformando……” .

 
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