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Ecco il Contratto Economico Normartivo 2006-09 che è stato firmato. PDF Stampa E-mail

La categoria “C” del Cocer Marina permane allibita dalla firma di questo contratto. E vissero tutti F.E._._.I. e contenti.

E si, rimaniamo davvero allibiti, quando vediamo i colleghi della categoria “A” e la categoria “B” felici di recarsi a Palazzo Chigi per sottoscrivere “il grande contratto”.

Un grande contratto!!

Ma ripercorriamo insieme alcuni passaggi della fase di concertazione conclusasi dopo mesi di lavoro, ove l’ultima settimana ci ha visto impegnati anche di notte.

Martedì 25 Luglio 2007, fine dei lavori, alle ore 14,00 le Cat. A e B soddisfatti dell’accordo si preparano ai festeggiamenti, tutti vestiti a cerimonia, si guardano tra loro per vedere chi è più bello. A palazzo Chigi ci saranno le telecamere, gli Ammiragli, i Generali ed i Politici a cui hanno promesso un SI.

Il Cocer Marina, si era preparato a questa tornata contrattuale normativa, con un articolato di circa 50 proposte recependo altresì le proposte pervenute da parte dei Coir.

Fidandoci dell’armonia di gruppo, si è inizialmente cominciato a lavorare in ambito del Comparto Difesa, e ciò poteva essere un bene, ma l’improvvisa accelerata dell’attività di concertazione, ha spiazzato tutti, tranne il Presidente del Cocer Interforze, che da quel momento ha cominciato a parlare di Sezione vanificando di fatto la prima fase di lavori.

Qui comincia la grande “traviata” della Marina, di quelle 50 e passa proposte, si decide di portarne avanti solo 5, finalizzate al riconoscimento della specificità della difficile attività del Marinaio, ma tutti con l’impegno, con un patto fra gentiluomini, di sostenerci a vicenda.

Ciò che fa male. è che neanche lo staff della concertazione di SMD, composto in gran parte da Marinai, ha voluto comprendere e lavorare su tale questione, nonostante lo S.M.M. avesse anzitempo presentato un lavoro in merito.

Tra le proposte spiccavano: il riconoscimento delle attività delle “Forze da sbarco” (San Marco e Lagunari), la valorizzazione della professionalità del Marinaio, il riconoscimento della specificità della “Componente Contromisure Mine”, un serio provvedimento per risolvere i problema dell’amianto, la regolamentazione di alcune questione connesse alla fruizione dei Recuperi Compensativi.

Cosa si è ottenuto?

Un flebile impegno sul problema amianto ed un impegno per il Corpo delle Capitanerie di Porto, richiesto all’ultimo minuto, come soluzione di compromesso, da un Sottufficiale (Cat. B) del Cocer Marina, come se i Sottufficiali della Marina non avessero altre preoccupazioni.

Il Presidente del Cocer Marina ottenuta una “mezza parola” sul tema amianto, in senso figurato, ha preso l’equipaggio e l’ha “buttato in mare”, rimanendo al “timone” di una bagnarola pronta ad essere affondata.

Diciamo questo perché, all’atto pratico, quando dovranno essere concretizzate quelle 5 pagine relative al “Patto per la sicurezza” se l’atteggiamento riservato alla Marina sarà lo stesso, e lo stesso sarà l'atteggiamento di alcuni Delegati del Cocer Marina, prepariamoci a “prendere mazzate”.

Per ora prendiamoci l’unica cosa buona che ne deriva, un aumento stipendiale, che per noi di Truppa si concretizza in circa 90 euro lordi…

Ma tanto ci sarebbero arrivati lo stesso, a questo punto, oltre a non essere riusciti a far comprendere come è dura la vita del marinaio, abbiamo anche bruciato una fase normativa ed introdotto con il beneplacito del Cocer uno strumento, il “F.E.I.”, di cui al momento attuale non si capisce bene come il personale beneficerà di questi soldi.

E vissero tutti F.E._._.I. e contenti.

I delegati della cat. “C” del Cocer Marina:

SC 1^ cl. FCM/ANF BELLOMO Antonino

SC 2^ cl. FR LOFFREDO Ciro

*********************************************

Dichiarazione del Capo di 1^ cl. CIAVARELLI (condivisa dal Capo 1^ cl. Vietri) delegato del Cocer Marina, rilasciata al termine della sottoscrizione del Contratto Economico – Normativo 2006-2009 durante la conferenza stampa tenutasi a Palazzo Chigi.


"Come è ormai noto il 31 luglio è stato sottoscritto dalle parti sociali e dai delegati Co.Ce.R. il contratto con le FF.AA. e le Forze di Polizia. A margine di un brevissimo incontro con il Consigli dei Ministri presieduto da Presidente Romano Prodi, si è proceduto alla firma dei documenti. Non essendoci stata possibilità di un confronto, si è data l’opportunità, dopo la Conferenza stampa del Presidente del Consiglio e del Ministro della Funzione pubblica Nicolais di lasciare dichiarazioni, sento il dovere di riportare quanto espresso e concordato con il collega Vietri e che avremmo voluto esprimere al Consiglio dei Ministri, ma che è stato riferito solo sinteticamente ed informalmente sia al Presidente Prodi che al Sottosegretario Enrico Letta."

“Sono il Capo di 1^ cl. Antonio Ciavarelli, rappresentante dei Sottufficiali del Co.Ce.R. Marina. La presenza del Consiglio dei Ministri e del Presidente sicuramente sta a significare il forte interesse che il Governo ha per il personale militare. Non possiamo però dire che tutto sia andato bene nel corso di questa concertazione per due motivi fondamentali:

1) la Rappresentanza militare è rimasta quasi spettatrice in questa concertazione e ancora una volta fortissima è stata l’influenza degli Stati Maggiori relegando il Co.Ce.R. al ruolo di comparsa che non è certamente quello che merita il personale che rappresentiamo. Di qui l’auspicio è, come già fu avanzato del precedente mandato, di addivenire ad una sollecita riforma seria della Rappresentatività dei Militari;

2) riguardo ai contenuti del Contratto si è voluto dare solo una importanza di facciata ad alcune cose (vedi ad esempio l’aumento dell’indennità di missione che non sarà per tutto il personale, perché per motivi contingenti, di questo ne beneficeranno soltanto i COCER, con circa 2.000 euro netti l’anno. Il resto del personale continuerà ad essere accasermato ed in condizioni non del tutto dignitose).

Una cosa è andata nel verso giusto quella cioè che le risorse disponibili, e di questo ringraziamo il Governo, siano state principalmente indirizzate verso gli emolumenti a carattere fisso e continuativo.

Ci aspettavamo un segnale forte che poteva rappresentare una svolta per questo Governo quello cioè di raccogliere alcune necessità che non comportavano ulteriore spesa, ma sicuramente nel razionalizzare le risorse attuali si sarebbe potuto soddisfare meglio sia il personale militare sia l’Amministrazione.

In breve cito solo alcuni esempi che dovrebbero costituire un serio impegno per il Governo affinché, attraverso questi ultimi, il personale possa in qualche modo ricevere un chiaro messaggio e capire la necessità di affermare fiducia verso un nuovo modo di Governare.

Mi spiego: non si capisce per quale motivo le forze politiche e il Governo facciano fatica a comprendere la necessità di un intervento economico previdenziale e normativo a favore del personale militare ed in particolare della M.M. che si è ammalato ed è deceduto per essere stato esposto all’amianto, anche in questo caso i militari rispetto agli altri cittadini godono di una scarsissima considerazione.

Per l’ennesima volta si parla ancora di impegni. Se da una parte ci aiuta a capire che c’è la volontà, avendo già vissuto queste promesse consentitemi di dire che è difficile per noi dire al personale che questa volta saranno mantenuti.

Altro elemento da evidenziare è come ad esempio si sia data ragione a chi nel corso della concertazione si è fatto sentire di più ottenendo riconoscimenti per le missioni, per gli incursori e non si sia dato ascolto a quanti chiedevano un, sia pur minimo, riconoscimento per il Reggimento San Marco e Lagunari.

La cosa che più ci ha deluso, è che a fronte delle speranze che il nostro personale ha posto in questo Governo perché risolvesse il problema della riforma della Rappresentanza Militare e, nonostante il grido che giunge da ogni parte d’Italia verso una chiara sindacalizzazione così come avvenuto per la Polizia di Stato, la questione viene ancora rinviata e non si sa quanto lunghi saranno i tavoli tecnici che già in passato hanno dimostrato un grosso sforzo lavorativo ed elaborativo il cui risultato, tendente ad una riforma radicale del sistema, ha fatto poi paura ai politici i quali, sposano sempre di più le tesi degli Stati Maggiori su questo argomento.

Nel recente passato c’è stato qualche tentativo da parte di qualche Capo di Stato Maggiore di Forza Armata, forse troppo lungimirante, ma è rimasta una voce isolata nel deserto di chi avrebbe dovuto ascoltare.

Il motivo della firma del Contratto è dato principalmente dal senso dello Stato che abbiamo in quanto militari e della fiducia in una promessa formale e solenne del Governo, al quale non possiamo non credere, e sperando che finalmente i buoni propositi contenuti negli impegni siano concretizzati.

La speranza è che prossimamente potremmo finalmente lavorare su questi tavoli con la stessa dignità rappresentativa dei delegati sindacali, al fine di raggiungere l’obiettivo di una giustizia sociale ancor più indispensabile per il personale che in divisa opera al servizio della nazione”.


Antonello Ciavarelli     Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

Giampaolo Vietri        Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo.

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Dalla missione all’aggregazione

Un esperto collega amministrativo fa una lucida ed articolata riflessione sul Contratto appena approvato

Abbiamo un nuovo contratto. Da sempre sono propenso a dare poca importanza alle varie bozze che girano tra i vari Cocer e le varie proposte avanzate dagli stessi. Queste sono sì, sempre molto interessanti, ma quasi mai trovano tra lo Stato Maggiore accoglienza.

Bisognerebbe allora focalizzare l’attenzione su alcuni punti che oserei definire “paletti”:

a)    quel poco che si ottiene deve andare a migliorare la condizione del militare;

b)   un qualsiasi comma di un articolo che minacci seppur velatamente quanto rappresentato al punto a) deve essere respinto o non accettato.

L’accordo firmato il 31/7/2007 (firmato non da tutti) minaccia i suddetti paletti e lo fa in una maniera neppure troppo velata.

L’articolo 7 del dispositivo infatti ridisegna, seppure parzialmente, la normativa relativa al trattamento missione.

Facendo un breve excursus anche statistico, visto che chi scrive opera in materia, possiamo tranquillamente affermare che allo stato attuale delle cose, e cioè fino ad oggi, l’istituto della missione svolta con il rimborso delle spese di vitto ed alloggio (fattura albergo + ricevute pasti) stava diventando merce sempre più rara da vedersi.

Si privilegiava infatti il regime di forfetaria (100 euro al dì) o, nel caso della stragrande maggioranza dei corsi, del pagamento del 60% della diaria e del vitto ed alloggio fornito dall’amministrazione.

Quanto sopra conformemente ad una razionalizzazione dei costi e alle risorse limitate nei pertinenti capitoli di bilancio.

Ora, dicevamo, il legislatore ridisegna in maniera importante la normativa in questione. Lo fa, a mio modo di vedere, con la tattica della carota e del bastone. La carota e’ l’aumento del 10% dell’indennità forfetaria (da 100 a 110 euro al giorno) stabilito con l’articolo 7) comma 3) del nuovo contratto. Tale articolo inoltre riconosce le frazioni di missioni superiori alle 12 ore alle quali và elargita una ulteriore diaria di 50 Euro a differenza di quanto accadeva fino ad oggi quando a fronte di 2 giorni e 23 ore di missione effettuata venivano liquidati “solo” due giorni di forfetaria.

I meno attenti diranno che questa e’ una misura importante che favorisce il personale e che adegua gli importi al tasso di inflazione. Io invece, che sono allergico alle carote, sento puzza di bruciato. Tale cattivo odore prende origine dalla lettura del comma 6) dello stesso articolo 7 della nuova normativa che recita testualmente :

”Al personale inviato in missione ed accasermato in strutture militari o civili convenzionate, con vitto ed alloggio a carico dell’amministrazione, oltre al rimborso delle spese di viaggio, compete una maggiorazione della quota di diaria giornaliera spettante di euro 17,00. La presente disposizione non si applica al personale frequentatore di corsi. In caso di impossibilità dell’Amministrazione a fornire gratuitamente il pasto meridiano o serale è corrisposto il rimborso del predetto pasto nei limiti economici previsti dalla normativa vigente. Ove possibile, il predetto alloggio deve prevedere la sistemazione in camera singola, rispondente ai normali standard alloggiativi.”

Non l’avete capito ? Quello scritto sopra è il bastone!!!

Provo a spiegarmi meglio prefigurando uno scenario che magari ora giudicherete fantascientifico ma che potrebbe tramutarsi in realtà:

Il militare X si deve recare in missione da Roma a Firenze per disbrigo pratiche amministrative. Fino ad oggi poteva scegliere se optare per la forfetaria o sistemarsi in una struttura a quattro stelle usufruendo dei pasti in un qualsiasi ristorante con il tetto di euro 22,26 a pasto. Oppure magari si faceva una notte in treno o in un bed and breakfast di terza categoria ed incassava, oltre alle spese di viaggio, i suoi bei 100 euro.

L’amministrazione non aveva nessun nocumento nell’espletamento di tale pratica (qualora avesse optato per dormire e mangiare a Firenze avrebbe speso per il militare X almeno il doppio). Il nostro amico si ritroverebbe i suoi cento euro in più sul portafoglio a fronte di qualche sacrificio sopportato. Tutti contenti insomma.

Immaginiamo ora che il giorno dopo l’approvazione del DPR che renderà esecutivo il nuovo contratto il militare X si dovrà di nuovo recare in missione da Roma a Firenze per disbrigo pratiche. L’amministrazione Difesa, preso atto della nuova normativa, si organizza e dispone che in tutte le caserme d’Italia sia approntata un’area destinata ad ospitare coloro che si recano in missione a vario titolo in quella specifica località. Il militare viene così ospitato (accasermato è il termine esatto) nella struttura militare del posto in cui si reca in missione in un alloggio che “ove possibile deve prevedere una camera singola rispondente ai normali standard alloggiativi”

Vi chiederete cosa succede ove ciò non sia possibile? Ove non sarà possibile una circolare esplicativa vaga renderà il tutto possibile ovviamente…..

Insomma il nostro amico incasserà il 60% della diaria (circa 12 euro al giorno) e verrà ricompensato da ulteriori 17 euro al giorno (quelli del comma 6 art. 7). Incasserà i suoi fantastici 29 euro al giorno e si troverà molto probabilmente in una stanza multi letto con bagno sporco sul corridoio. Pranzerà e cenerà in quella struttura, agli orari di quella struttura, con la qualità del cibo di quella struttura

Avete mai cenato nella vostra caserma? Io sì, è un abbondare di pasta aglio olio e peperoncino e frittatone fantozziane.

Esagero? Spero proprio di sì, ma a pensar male spesso ci si azzecca diceva qualcuno.

Saremo privati della possibilità di optare tra la forfetaria ed un decente albergo. Ciò se permettete era anche una conquista ed il riconoscimento di uno status. Per lo meno si aveva la possibilità di optare, ergo di scegliere la più consona delle possibilità. Si era più liberi insomma. Ora invece temo che saremo aggregati per il vitto e per l’alloggio con un teledispaccio che autorizzando la nostra missione ci indicherà in quale caserma andare a dormire ed a consumare pasti. E’ un balzo indietro peggiorativo di qualche decennio dal punto di vista normativo.

Gli unici che potevano trarre giovamento dal surplus dei 17 euro sono i corsisti a vario titolo che ormai vengono tutti accasermati o spediti a consumare cibi nei vari circoli. Per loro quella somma sarebbe stata il riconoscimento ad uno status di disagio e avrebbe consentito di consumare qualche pizza e birra fuori in loco del solito rancio serale da caserma.

Ma loro, ovviamente, sono stati esclusi da questo trattamento.

Dopo un paio di mesi circa dall’uscita del DPR con il nostro bel contratto, un chirurgico dispositivo di legge estenderà i benefici ottenuti dal personale contrattualizzato ai dirigenti che dal giorno dopo andranno in forfetaria (e non accasermati ci potrete scommettere…) con 110 euro al dì e con le frazioni di dodici euro premiate con ulteriori 50 euro.

Noi invece, cari amici, faremo la fine dei marinai di leva per i quali il regime di missione non è mai esistito. Conosceremo le tetre stanze di tutte le caserme d’Italia e l’autorizzazione a compiere una missione in regime forfetario o con il canonico rimborso delle spese di vitto ed alloggio diverrà risultato utopistico da ottenere.

Pensate che sono troppo pessimista? Allora fatevi questa domanda:

Perché scrivere quel comma che autorizza la corresponsione dei 17 euro a chi si reca in missione con vitto ed alloggio a carico dell’amministrazione escludendo i corsisti che sono gli unici che ad oggi si recano in missione con vitto ed alloggio a carico dell’amministrazione??

Qualcuno l’ha già definita una “mini forfetaria”.

Temo non abbia sbagliato.

 
ARCHIMEDE PITAGORICO

da Diritti e Rovesci

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