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I tanti problemi dei lavoratori con le stellette: Campagna di ascolto del P.R.C. PDF Stampa E-mail
Forze armate: Campagna di ascolto per i diritti
(da Liberazione del 26 aprile 2007)

Caro direttore, abbiamo iniziato dal mese di dicembre 2006 con i nostri parlamentari una campagna di ascolto dei lavoratori e delle lavoratrici delle forze armate (carabinieri, guardia di finanza, aeronautica, marina ed esercito).
La mole di problemi che hanno esposto è incredibile.
La Repubblica si dimentica che anche questi servitori dello Stato sono cittadini e cittadine a tutti gli effetti e che svolgono compiti delicati all'interno degli apparati statali.
Alloggi,retribuzioni, salute, sistema previdenziale, precarietà,carichi e problemi familiari sono i temi principali su cui sono intervenuti centinaia di lavoratori con le stellette.
Ma sopra di tutti prevale un problema.
Quello della rappresentanza delle loro istanze e chi dovrebbe risolvere i loro problemi.
Infatti questa enorme quantità di cittadini e cittadine non ha diritti sindacali veri e propri, è sottoposta a leggi e regolamenti di tipo militare (si pensi che il Codice penale militare risale al tempo del regno e del fascismo) e per loro vale prevalentemente il comando delle alte gerarchie piuttosto che le leggi della Repubblica.
In ogni luogo dove abbiamo avuto occasione di incontrarli (Milano, Bologna, Roma, Parma, Catania, Loreto) e dove hanno potuto liberamente esprimersi (non condizionati cioè dalla presenza dei loro superiori) hanno sollecitato una profonda e radicale modifica della legge cosiddetta "Rappresentanza Militare" (legge 382 del 11-7-1978).
Il Prc ha presentato già all'inizio di questa legislatura sia alla Camera che al Senato disegni di legge che propongono il superamento di quella legge che ha fatto il suo tempo.
Vi è qui la necessità, oggi, di aprire celermente un confronto in Parlamento sui vari Ddl presentati mentre sollecitiamo il governo a presentare una sua proposta che pur era prevista nel programma dell'Unione.
Già alcuni organismi militari (Cocer, così sono chiamati nella legge del 1978) si sono pronunciati in questa direzione, consapevoli che la legge che li legittima è ormai vecchia e inservibile.
Continueremo questa campagna di ascolto anche nelle prossime settimane avendo in programma visite con i nostri parlamentari, per dare voce ai militari, a Cagliari,Ancona, Lecce, Chieti, Pisa e Imperia.
Non mancheremo anche di cercare iniziative unitarie con altre forze della sinistra per dare più forza a chi non ha, oggi, voce e aprire le porte e i cancelli dei siti militari alla piena applicazione della nostra Costituzione che con il dicembre 2007 compirà 60 anni.

Enzo Jorfida responsabile settore Ordine democratico e nuovi diritti del Prc

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

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Militari: «Adusi ad obbedir tacendo». E se invece iniziassero a parlare?

(da Liberazione del 24 aprile 2007)

di Fosco Giannini *

Deborah Bruschi **

Maurizio Dori ***

Parma, aprile 2007: una delegazione di Rifondazione Comunista si reca in visita ufficiale presso il Comando Provinciale della Guardia di Finanza, il Comando Provinciale dei Carabinieri e il Ris con l’intenzione di incontrarne il personale e la Rappresentanza Militare.

La “Rappresentanza Militare” appunto, perché in Italia vige un sistema di diritti a doppio binario: chi è dipendente da amministrazioni statali che svolgono compiti di difesa e sicurezza non ha gli stessi diritti di chi lavora in altri settori dell’amministrazione pubblica e, sebbene il diritto alla libera associazione sindacale non abbia limitazioni costituzionali (art. 3 e 39), è però limitata per legge per i militari, i quali non hanno ancora oggi diritto a forme autonome di rappresentanza, tutela sindacale e libero esercizio alla contrattazione.

Principio fondante della Rappresentanza è di essere un organismo dell’organizzazione militare e, in quanto tale, inserito nel sistema gerarchico-disciplinare tipico degli organi militari: la presidenza viene quindi affidata de iure al membro più alto in grado, vige nell’organizzazione la rigida articolazione in comparti di categoria e di ruolo, con conseguente non corrispondenza tra composizione della rappresentanza stessa e dimensione della base rappresentata, nonché l’impossibilità di una comunicazione autonoma con l’esterno, elemento che ha fatto in modo che fossimo appunto noi ad andare da loro e non il contrario.

Le stesse assemblee si svolgono e sono gestite all’interno del contesto militare con i rappresentanti che svolgono il loro mandato “per servizio”, quindi assoggettabile al regolamento della disciplina militare e ai codici penali militari.

E’ accaduto infatti che i delegati del Cobar venissero puniti per i loro interventi in assemblea, arrivando alla denuncia alla magistratura militare per il contenuto delle loro delibere. E questo non più tardi di qualche settimana fa, come ci ricorda il maresciallo Vincenzo Decembrotto, quando alcuni membri del Cobar Carabinieri Emilia–Romagna sono stati assolti dalla Procura Militare di La Spezia a cui erano stati deferiti a seguito di una delibera mirata a salvaguardare la dignità di un collega.

Un mondo nel mondo insomma, dove una reale capacità di interlocuzione con la gerarchia e con la base di fatto non esiste, come non esiste la possibilità reale di interloquire con il mondo esterno.

Chi, di fronte all’idea di meccanismo ben oliato ispirato dalle lucide uniformi o dai soggetti romanzati dei programmi televisivi, poteva pensare che il tempo dedicato a queste visite nelle caserme sarebbe stato scandito dalle rimostranze vivaci di questi lavoratori e lavoratrici che lamentano insufficienti diritti sui temi delle abitazioni, sulla tutela e la prevenzione della salute, sugli orari di lavoro e sulle condizioni retributive e professionali?

Perché, ci ricordano, anche il militare è titolare di diritti personali e legittimi che non possono ritenersi conclusi nell’ambito del rapporto gerarchico-disciplinare: attualmente la legge non consente agli organismi di Rappresentanza di occuparsi della tutela del singolo, potendo esercitare solo una tutela di carattere generale, non vi sono garanzie di autonomia, norme di tutela dei delegati militari, rimangono insolute le carenze a livello di contrattazione centrale e decentrata.

Forse restituire al sistema della Rappresentanza una reale capacità di interlocuzione sia con la gerarchia che con la base rappresentata potrebbe portare ad una perdita di discrezionalità nell’esercizio della funzione di comando, tipica della gerarchia militare ma anche alla vera indipendenza.

In quasi tutti gli stati d’Europa infatti è ormai riconosciuto quanto meno il diritto di associazione e le discussioni da cui questo diritto è stato partorito non hanno contemplato il fatto che si potesse entrare in conflitto con la tutela delle istituzioni democratiche, dell’ordine pubblico e soprattutto dell’ordinamento disciplinare-gerarchico militare.

E allora, cosa succederebbe se parlassero?

* capogruppo commissione difesa Senato

** dipartimento nuovi diritti Prc

*** guardia di finanza, segreteria Cocer

 
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