Verso il voto, il silenzio sulle questioni militari. |
Verso il voto,
il silenzio sulle questioni militari
Severino Galante* Il
provincialismo dei mass media e
del ceto politico italiani producono un dibattito asfittico, favorendo
il
disinteresse per le questioni estere e della difesa di larga parte
dell'elettorato, concentrato sul peggioramento delle proprie condizioni
di
vita. Eppure, le condizioni dei salariati italiani dipendono sempre
più dalla
situazione del mercato mondiale e dagli assetti dell'Unione Europea Grandi
assenti della campagna elettorale in corso sono
state la politica estera e quella della difesa, almeno fino alle
recenti
dichiarazioni di Martino, l'ex ministro della difesa del governo
Berlusconi,
che ha annunciato, in caso di vittoria del Pdl, il ritiro dal Libano,
il
ritorno in Iraq e la partecipazione ad operazioni di combattimento in
Afghanistan. Il provincialismo dei mass media e del
ceto politico
italiani producono un dibattito asfittico, favorendo il disinteresse
per le questioni
estere e della difesa di larga parte dell'elettorato, concentrato sul
peggioramento delle proprie condizioni di vita. Eppure, le condizioni
dei
salariati italiani dipendono sempre più dalla situazione del
mercato mondiale e
dagli assetti dell'Unione Europea. In
un quadro di crisi della globalizzazione in cui si
acuiscono le lotte per il controllo dei mercati e delle materie prime,
specie
quelle energetiche, la politica estera e quella della difesa, che non
possono
più essere considerate separatamente, hanno un impatto
immediato sulle
condizioni di vita di milioni di italiani, specie di quelli
più poveri. Del
resto, mentre, da una parte, i salari italiani sono il fanalino di coda
di
quelli europei, le spese per la difesa, dall'altra, sono aumentate
più
velocemente che altrove in Europa a detrimento di un welfare già debole. Il
riarmo in corso avviene, in aggiunta, secondo
modalità orientate non alla difesa del territorio nazionale,
ma agli interventi
militari all'estero, ovvero in chiave offensiva ed in contrasto con
l'articolo
11 della Costituzione, ed in modo sempre più integrato con
la politica
imperialista e l'apparato militare-industriale Usa. Le
esternazioni di Martino, bissate da quelle di
Frattini, non giungono quindi inattese, e denotano quanto l'Italia sia
tornata
indietro anni luce. E' il risultato di anni di spostamento a destra
dell'opinione pubblica, dovuto non solo a fattori internazionali come
l'affermazione del neoliberismo e la caduta dell'URSS, ma soprattutto
ad un
costante lavorio ideologico dei fautori, politici ed intellettuali, del
revisionismo costituzionale. Dietro
tutto ciò c'è la riaffermazione dell'egemonia
dei cosiddetti poteri forti, a partire dal capitale finanziario,
interessati
alla ripresa di una politica espansionista e di riarmo. E' questo,
infatti,
l'obiettivo che sottostà al proposito dichiarato, in
un'ottica ancora una volta
bipartisan da parte di Pdl e Pd, di ridefinizione
del modello di difesa
in chiave expeditionary, e di riaffermazione della
politica di potenza come
asse della politica estera del nostro paese. Dietro
la retorica della "guerra al
terrorismo" ci sono, inoltre, gli interessi del complesso
militare-industriale italiano, composto dai vertici delle Forze Armate,
specie
la Marina e l'Aviazione, e da quelli dell'industria bellica,
Finmeccanica in
primis. Un possibile accordo bipartisan per un governo
"costituente", che metta mano a riforme tese a stravolgere in senso
oligarchico ed antiparlamentare gli assetti istituzionali ereditati
dalla lotta
al fascismo e dalla Resistenza, non mancherà di avere tra i
suoi elementi
principali la politica estera e quella militare. Su quest'ultima,
infatti, le
differenze tra Pd e Pdl non sono enormi, visto che in entrambe non
mancano i
portavoce del complesso militare-industriale, come si è
avuto modo di
verificare anche durante questa legislatura. Proprio
il settore della difesa ed in particolare
degli armamenti è stato uno di quelli su cui la sinistra,
nel corso della
legislatura in via di conclusione, è meno riuscita a
incidere, proprio a causa
dell'influenza esercitata sui responsabili politici, a partire dal
ministro
Parisi e dal sottosegretario agli armamenti Forcieri, dai "tecnici"
dello Stato Maggiore e della Finmeccanica. Ma anche sull'Afghanistan le
forze
che ora sono nel Pd si differenziano dal Pdl meno di quanto sembri, in
quanto
nel corso dell'ultima legislatura hanno di fatto acconsentito alla
partecipazione, sebbene limitata ad unità d'elite e mai
confermata
ufficialmente, a combattimenti, permettendo l'assorbimento del
contingente
italiano di Isaf in Enduring Freedom,
cioè sotto la direzione
Usa. Ad
ogni modo, le componenti più conservatrici del
governo Prodi, sebbene su armamenti e modello di difesa abbiano potuto
bypassare il Parlamento e la sinistra, sulle missioni internazionali
hanno
trovato più difficile farlo, ad esempio sull'Iraq, sulla
missione in Libano e
sull'aumento dell'impegno in mezzi e uomini in Afghanistan. Cosa che
non
accadrà in caso di vittoria del Pdl e neanche in caso di
vittoria del Pd. E'
proprio per questo, però, che una affermazione di la
Sinistra l'Arcobaleno
risulterà fondamentale, anche in vista di un possibile
risultato di equilibrio
tra Pdl e Pd in Senato, ed anche nel caso di accordo bipartisan per la
definitiva trasformazione del modello di difesa, che renderebbero i
voti della
sinistra decisivi, mettendola nella condizione di dare battaglia. Negli
anni 90
partecipare a missioni all'estero con gli Usa e in funzione
neocoloniale, come
accadde in Somalia, era sbagliato, oggi è anche pericoloso,
perché può voler
dire essere coinvolti in un conflitto sempre più illimitato
e sanguinoso. Le
elezioni italiane si terranno a ridosso dell'ultima
fase del governo Bush cioè quando alcuni esperti prevedono
un attacco contro
l'Iran. Le recenti dimissioni di Fallon, comandante Usa in Medio
Oriente,
dichiaratamente critico con i piani di attacco di Bush, confermerebbero
quella
eventualità. In tal caso L'Italia, presente in Afghanistan e
sempre più
vincolata agli Usa, si troverebbe in prima linea. Ad ogni modo,
è la fase
storica in cui viviamo ad essere cambiata. Si richiedono, dunque, alla
sinistra
capacità nuove di leggere e combattere, politicamente e
culturalmente, le
tendenze che vogliono fare dell'Italia e della Nato uno strumento,
nelle mani degli
Usa e di importanti settori capitalistici anche nostrani, per dare
risposta con
la guerra alla sempre più profonda crisi del modello
economico neoliberista. *
coordinatore segreteria nazionale PdCI e candidato S.A. in Toscana Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici. |