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Il Capo di SME in audizione in Commissione Difesa del Senato PDF Stampa E-mail

Il generale OTTOGALLI ringrazia preliminarmente la Commissione per le numerose visite ed audizioni che la stessa ha condotto, indici della sicura attenzione che la classe politica nutre nei riguardi dei volontari, vero asse portante del progetto di professionalizzazione delle Forze armate e conseguentemente risorsa essenziale per l'assolvimento dei compiti istituzionali delle stesse.

L'oratore si sofferma sul vigente quadro normativo, il quale prevede che l'Esercito consegua entro il 1° gennaio 2007 un volume organico totale di 112 mila unità, di cui circa 12 mila ufficiali, 24 mila sottufficiali e 76 mila volontari di truppa - dei quali 44 mila in servizio permanente e 32 mila in ferma breve - . Le consistenze nei singoli ruoli dovranno essere a regime entro il 2020. Al momento, la Forza armata dispone di tutti gli ufficiali ed i sottufficiali necessari e l'andamento dei relativi reclutamenti è pienamente soddisfacente, sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo. Per quanto concerne invece i volontari, è presente oggi circa il 50 per cento del personale necessario nella fase conclusiva del processo di transizione verso l'esercito professionale e tale "gap" è attualmente compensato con militari di leva e con volontari in ferma annuale.

Relativamente ai volontari in ferma breve - prosegue l'oratore - l'attuale fabbisogno, pari a circa settemila - ottomila unità all'anno, risulta al momento sostanzialmente soddisfatto grazie al ricorso a concorsi straordinari nonché in virtù di una mirata campagna promozionale e altresì della maggiore visibilità acquisita dalle Forze armate attraverso il costante impegno in missioni internazionali.

In relazione alla situazione organica precedentemente delineata, all'atto della sospensione del servizio obbligatorio di leva nelle Forze armate verrebbe a determinarsi un "gap" di circa 20 mila unità, rispetto al volume organico totale di 112 mila unità, che non può essere colmato né con volontari in ferma breve, essendo evidente l'impossibilità di raddoppiare mediamente i reclutamenti annuali, né con i volontari in servizio permanente. Infatti, se si immettessero tutti i volontari in ferma breve nell'ambito del servizio permanente, senza seguire un'adeguata programmazione, si rischierebbe di aumentare eccessivamente l'età media di tale settore, con conseguenti riflessi negativi sull'operatività dello stesso.

Il disegno di legge approvato dal Consiglio dei Ministri il 28 marzo 2003, di cui peraltro non risulta essere ancora iniziato l'esame parlamentare, nell'anticipare la sospensione della leva nel 2005, prevede una serie di disposizioni normative volte a ripianare il sopra indicato gap, garantendo alle Forze armate un congruo bacino di volontari in ferma annuale. In particolare, l'espletamento di tale servizio diviene requisito imprescindibile per la successiva partecipazione a vari concorsi pubblici.
Il sopraccitato atto normativo è volto inoltre ad assicurare ai volontari in ferma quadriennale, che terminino con merito la ferma, l'immissione nei ranghi delle Forze armate, o in quelle delle Forze di polizia. Viene altresì previsto un incremento del volume organico dei volontari in servizio permanente, al fine di consentire una più consistente immissione dei volontari in ferma breve, provenienti sia dai reclutamenti "ordinari"che "straordinari".

Il provvedimento governativo precedentemente citato contempla inoltre specifiche disposizioni finalizzate ad avvicinare il trattamento economico dei volontari delle Forze armate con quello dei pari grado delle Forze di polizia, nonché a snellire le fasi concorsuali, riducendo così i tempi di reclutamento.

L'oratore si sofferma poi sugli sbocchi occupazionali al termine della ferma, evidenziando i nodi problematici ravvisabili allo stato attuale riguardo a tale profilo.

Al momento, infatti, solo il 25 per cento del personale reclutato può essere assorbito nell'ambito delle Forze armate al termine della ferma breve. Tale risultato è stato raggiunto anche attraverso l'introduzione della possibilità per i volontari di accedere ai ruoli superiori, con conseguente disponibilità di quadri con sempre maggiore cognizione delle problematiche della base. Del restante personale circa il 25 per cento transita nelle Forze di polizia mentre il 50 per cento dovrebbe essere congedato, essendo organicamente impossibile un suo assorbimento. Per far fronte a tale situazione è stata prevista in ambito ministeriale un'Agenzia presso la Direzione generale della leva, che sta procedendo alla stipula di convezioni con gli organismi rappresentativi dei principali settori produttivi del Paese, in modo tale da offrire ai volontari congedatisi senza demerito l'opportunità di uno sbocco occupazionale esterno.

Al momento tuttavia l'esigenza di collocare volontari nel mondo del lavoro è circoscritta a poche unità, in quanto le Forze armate, tenuto conto che il ruolo dei volontari in servizio permanente è stato creato solo nel 1996, hanno proceduto al termine della ferma, al transito nel servizio permanente della quasi totalità dei volontari in ferma breve meritevoli. Tale linea d'azione, tuttavia, potrà essere ancora perseguita solo per un limitato numero di anni. Pertanto, a meno che non venga approvato il sopraccitato disegno di legge governativo, nel medio termine circa il 50 per cento del personale reclutato ogni anno dovrebbe lasciare le Forze armate al termine della ferma triennale o quinquennale.

L'oratore si sofferma poi sul trattamento economico del personale militare, evidenziando che lo stesso risulta sostanzialmente inadeguato, soprattutto per il personale dei ruoli di ordine inferiore. La peculiarità della condizione militare è stata riconosciuta dalla normativa recentemente emanata, che introduce il nuovo sistema dei parametri stipendiali per il personale non dirigente delle Forze di polizia e delle Forze armate, conseguendo l'obiettivo della separazione del comparto difesa-sicurezza da quello del pubblico impiego. Peraltro, la rigida griglia economica tra i ruoli, recentemente introdotta, ha prodotto ha divaricato la preesistente "forbice economica" tra i ruoli stessi ed ha mantenuto a livelli bassi i parametri stipendiali iniziali dei sergenti e dei volontari.

Il quadro così delineato appare scarsamente flessibile ed è ulteriormente aggravato per l'Esercito da evidenti sperequazioni rispetto alle altre Forze armate, ravvisabili in particolare con riferimento all'indennità di impiego operativo.

Infatti - prosegue l'oratore - la legge n. 78 del 1983, relativa alla fruizione delle indennità operative, prevede per l'Esercito un trattamento nettamente differenziato e inferiore rispetto a quello corrisposto per l'Aeronautica e per la Marina. Tale disciplina fu emanata in un contesto socio-politico, attualmente superato, che ancora prefigurava un impiego dell'Esercito all'interno del territorio nazionale e per lo più di tipo "stanziale".

Il generale Ottogalli evidenzia che esistono strette connessioni tra il trattamento economico e la "qualità della vita", prospettando altresì l'opportunità di istituire una indennità di alloggio a favore del personale trasferito d'autorità e non destinatario di alloggio di servizio. Tale indennità risulta ancor più necessaria in quanto, in base alla disciplina sulla cartolarizzazione degli immobili attualmente occupati da personale militare, una parte di questi verrebbero venduti, con conseguente diminuzione delle risorse disponibili, proprio mentre stanno incrementandosi i fabbisogni per effetto dell'aumento dei destinatari ovvero dei volontari in servizio permanente.

L'oratore fa inoltre presente che l'Esercito, nonostante talune difficoltà, ha sempre operato in maniera efficace, sia in Patria che all'estero. Tali positivi risultati sono anche il frutto di un ciclo addestrativo articolato in funzione di obiettivi formativi prefissati e derivanti dall'esperienza acquisita "sul campo".

Conclude la propria esposizione sottolineando l'indispensabilità e l'urgenza dell'approvazione del citato disegno di legge di origine governativa, auspicando che l'iter legislativo in questione si perfezioni entro il primo trimestre 2004, al fine di consentire un margine di tempo adeguato per l'espletamento delle procedure concorsuali volte a colmare il gap che si determinerà a partire dal 2005 - data di sospensione del servizio obbligatorio di leva.

 

Si apre il dibattito.

 

Interviene il senatore MELELEO, chiedendo informazioni sui progetti e le proposte formulate per incentivare i giovani ad intraprendere la carriera militare, nonché sulle iniziative assunte per ovviare ai disagi dei militari volontari, derivanti dalla lontananza delle caserme dai territori di maggiore reclutamento.

Si sofferma poi sulle tematiche attinenti alla qualità della vita nelle caserme, e in particolare sul vettovagliamento, per il quale ravvisa evidenti profili problematici riguardo all'aspetto quantitativo, qualitativo e a quello igienico-sanitario. La scelta di effettuare una procedura di gara a livello nazionale per la fornitura del servizio di vettovagliamento è risultata inadeguata, in quanto appare evidente che tale impostazione metodologica, pur essendo congrua per altre tipologia di appalti di servizi e forniture, è tuttavia del tutto inidonea ad assicurare una sufficiente qualità e sicurezza delle derrate alimentari.

 

Il PRESIDENTE prospetta l'opportunità di rimodulare il sistema del catering alle Forze armate, optando per un sistema misto, che risulta maggiormente idoneo a soddisfare le esigenze specifiche di tale settore. Sottolinea l'esigenza di approfondire le tematiche attinenti al vettovagliamento alle Forze armate, anche attraverso l'eventuale attivazione di apposita procedura informativa su tale materia.

 

Il senatore PASCARELLA, dopo aver preliminarmente sottolineato la completezza e la precisione della relazione svolta nella seduta odierna dal generale Ottogalli, si sofferma sui nodi problematici sussistenti riguardo alle infrastrutture dell'amministrazione militare. A tal proposito evidenzia la presenza, soprattutto al Nord Italia, di edifici militari fatiscenti ed obsoleti, non conformi alle prescrizioni del decreto legislativo 626 del 1994.

Inoltre i moduli organizzativi del servizio di vettovagliamento - prosegue l'oratore - sono maggiormente idonei nelle strutture militari site nel mezzogiorno, nelle quali è di sovente adottato il modulo operativo del "catering misto", contrariamente a quanto avviene in numerose articolazioni periferiche dell'amministrazione militare site al Nord, per le quali si registra un diffuso utilizzo del sistema del "catering vincolato", con conseguente sensibile diminuzione degli standard qualitativi del servizio. La gestione dei rapporti contrattuali con le ditte incaricate della fornitura del servizio di vettovagliamento risulta problematica soprattutto per le strutture militari localizzate nel settentrione, atteso che in molti casi gli organismi aggiudicatari dell'appalto valutano economicamente più conveniente assoggettarsi all'applicazione delle penalità contrattuali, piuttosto che adeguarsi al rispetto integrale delle clausole negoziali.

La rimodulazione dell'attuale articolazione dell'apparato militare - prosegue l'oratore - risulta opportuna, in quanto la maggiore concentrazione di strutture militari al nord risulta non più conforme all'attuale scenario strategico internazionale. In ogni caso il trasferimento al sud di reparti operativi delle Forze armate sarebbe un elemento positivo, anche per lo sviluppo dell'economia di tali aree.

In relazione alla questione attinente al trattamento economico del personale militare, le soluzioni individuate risultano incongrue e poco equilibrate, essendo ravvisabile un'ingiustificata compressione della posizione economica dei militari di truppa rispetto a quella dei gradi più elevati.

Anche il problema degli alloggi riveste - a giudizio dell'oratore - una valenza particolarmente pregnante, attesi i frequenti trasferimenti d'ufficio del personale operante in seno all'amministrazione militare.

Conclude evidenziando che le manifestazioni di affetto dell'opinione pubblica nei confronti dei soldati è indice di una crescente fiducia della popolazione nei confronti delle Forze armate, alla quale tuttavia non corrisponde un'adeguata dotazione strumentale e infrastrutturale, necessaria per valorizzare al massimo grado la professionalità di tale categoria.

 

Il senatore PALOMBO, dopo aver preliminarmente sottolineato il grande prestigio internazionale delle Forze armate italiane, prospetta la necessità di migliorare le infrastrutture dell'amministrazione della difesa.
Pur essendo migliorati gli standard qualitativi dell'equipaggiamento dei militari, risulta tuttavia ancora del tutto inadeguato il servizio di vettovagliamento, in relazione al quale è opportuno evitare una completa esternalizzazione, suscettibile di creare profili problematici in caso di missione all'estero.

L'oratore sottolinea inoltre l'esigenza di reperire risorse straordinarie per il settore militare, necessarie per far fronte alle esigenze riscontrabili in tale ambito. A tal proposito prospetta l'opportunità di ridurre gli sprechi connessi alle varie feste d'arma, la cui portata andrebbe circoscritta, essendo necessario - a giudizio dell'oratore - concentrare i festeggiamenti e il conferimento delle onorificenze alla sola data prevista per la festa della Repubblica, in modo tale da evitare anche che una rilevante parte del personale sia distolta dal proprio servizio istituzionale a seguito di tali manifestazioni.

 

Il sentore FORCIERI, osserva preliminarmente che il quadro complessivo, risultante dalla esposizione effettuata dal Generale Ottogalli, risulta piuttosto allarmante, emergendo dallo stesso pregnanti elementi di criticità in riferimento alla qualità della vita nelle caserme, spesso inadeguata per il carattere obsoleto e fatiscente delle infrastrutture. Anche la cartolarizzazione del patrimonio immobiliare delle Forze armate, recentemente prefigurata, è suscettibile di creare rilevanti profili problematici per quel che concerne la questione attinente agli alloggi del personale militare.

Si sofferma poi sulla questione del trattamento economico dei militari, che - a giudizio dell'oratore - risulta non pienamente adeguato.

In riferimento alla questione del vettovagliamento, prospetta l'opportunità di procedere all'espletamento delle gare per la fornitura di prodotti alimentari a livello locale, anziché in campo nazionale, in modo tale da accrescere gli standard qualitativi del servizio in questione.

 

Il PRESIDENTE precisa brevemente che è stato utilizzato il modulo organizzativo della gara a livello nazionale nell'ottica della salvaguardia della trasparenza, attesi i nodi problematici ravvisati sotto tale profilo in ordine a pregresse procedure concorsuali espletate in sede locale.

 

Il senatore FORCIERI ribadisce l'inadeguatezza del modulo operativo incentrato su una procedura di gara condotta a livello nazionale, precisando che tale opzione non ha sortito alcun effetto positivo in ordine all'economicità del servizio di vettovagliamento.

Sottolinea inoltre la necessità di individuare congrue risorse economico-finanziarie, atteso che le aspirazioni politiche prospettate in riferimento al settore in questione comportano necessariamente adeguati stanziamenti.

Esprime, a titolo personale, perplessità sulla rimodulazione della distribuzione dei nuclei operativi sul territorio, proposta dal senatore Pascarella, sottolineando la necessità di articolare le strutture in modo uniforme su tutte le aree.

 

Il PRESIDENTE precisa brevemente che l'attuale crisi mediorientale è suscettibile di accrescere l'esigenza di una presenza militare soprattutto nei territori del mezzogiorno.

 

Il senatore FORCIERI sottolinea che nello scenario internazionale i pericoli per la pace rivestono una valenza globale e non quindi territoriale, con conseguente necessità di adottare un equilibrato e uniforme modulo distributivo delle strutture militari.

 

Il senatore BEDIN rileva, nell'ambito della relazione del generale Ottogalli, una contraddizione tra l'esigenza, prospettata dallo stesso, di una rapida approvazione dell'atto normativo recentemente elaborato dal Governo, volto ad anticipare la sospensione della leva, e le difficoltà ravvisate nella fase di transizione, attualmente in atto, verso l'integrale "professionalizzazione" dell'Esercito.

Riscontra nodi problematici in ordine al trattamento economico dei militari ed alla carenza di alloggi per gli stessi, conseguente al processo di cartolarizzazione recentemente prefigurato, precisando che tali due elementi finiscono per disincentivare i giovani ad intraprendere la carriera militare.

Chiede inoltre chiarimenti in ordine all'attività dell'Agenzia appositamente istituita - citata dal generale Ottogalli durante la sua esposizione - e in particolare in ordine all'esito degli accordi da questa stipulati con le associazioni imprenditoriali.

Prospetta infine l'opportunità di estendere il bacino di reclutamento all'intero territorio europeo, in modo tale da arricchire le esperienze delle Forze armate.

 

Il generale OTTOGALLI evidenzia che l'ambito di operatività dell'Esercito non è proiettato esclusivamente al di fuori dei confini nazionali - in particolare nelle missioni all'estero - risultando invece importante anche il ruolo espletato dallo stesso in ambito nazionale, in riferimento al quale si registrano numerosi interventi di bonifica di territori da ordigni bellici inesplosi, come pure interventi di soccorso effettuati in occasione delle calamità dell'Etna, dello Stromboli, del Molise, ed infine - a seguito dell'emergenza idrica - sulle condutture di Palermo. Anche la cooperazione delle Forze armate con le Forze di polizia nella lotta al terrorismo risulta importante, essendo impegnati numerosi uomini e mezzi su tale fronte.

In riferimento alle questioni attinenti al vettovagliamento "outsearching", rileva che gli entusiasmi iniziali ingenerati dalla prospettiva della esternalizzazione dei servizi, sottesa a tale modulo organizzativo, sono attualmente destinati a diminuire in relazione ai numerosi inconvenienti e alle difficoltà registratesi, che inducono oggi a privilegiare l'opzione per il sistema misto. Quest'ultimo modulo operativo risulta maggiormente congruo rispetto alla esternalizzazione integrale del servizio di vettovagliamento, attese anche le esigenze specifiche delle Forze armate, spesso impegnate in missioni all'estero. Per la realizzazione del sopraccitato sistema misto - prosegue l'oratore - occorre conseguire preliminarmente l'obiettivo prioritario consistente nell'adeguamento degli impianti di mensa e di refettorio delle caserme.

Per quel che concerne la dislocazione dei reparti, prospetta l'opportunità di procedere ad una distribuzione uniforme degli stessi su tutto il territorio nazionale, atteso che tale opzione risulta maggiormente consona alle strategie emergenti dal nuovo scenario internazionale.

In riferimento al problema delle risorse finanziarie è necessario - a giudizio dell'oratore - adottare moduli operativi incentrati sull'utilizzo di "prefabbricati pesanti", maggiormente consoni ai canoni di economicità. Auspica inoltre l'introduzione di norme procedurali più snelle, in grado di consentire una maggiore celerità dei procedimenti amministrativi di appalto.

Riguardo alla contraddizione, ravvisata dal senatore Bedin, tra l'esigenza di anticipazione della data di sospensione della leva e i problemi connessi alla transizione verso un nuovo modello di esercito professionale, rileva che la figura professionale del "volontario in ferma prefissata di un anno" consentirà un'agevole percorso transitorio, purché la normativa governativa che istituisce tale profilo professionale venga approvata in tempi rapidi.

Per quel che concerne le informazioni in ordine all'attività dell'Agenzia recentemente istituita, fa presente che sono stati siglati dalla stessa diversi protocolli, anche se al momento la valenza dei problemi, alla cui soluzione è preordinata l'attività di tale organo, risulta piuttosto ridotta.

Conclude il proprio intervento, sottolineando la positiva immagine dell'Esercito italiano sul piano internazionale.

 

Il PRESIDENTE, dopo aver ringraziato il generale Ottogalli per la precisione e la completezza dell'apporto cognitivo fornito alla Commissione, dichiara chiusa l'audizione.

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