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Contro la riforma farsa della Rappresentanza Militare proposta al Senato, la CGIL rilancia la soluzione sindacale. PDF Stampa E-mail

LETTERA INVIATA A TUTTI I COCER DI SEZIONE

Oggetto: Proposta di legge per il sindacato per i militari

Egregi Presidenti e Segretari,

come ben sapete nei mesi scorsi si è aperto fra i componenti della rappresentanza militare, a tutti i livelli, un vivace dibattito teso a denunciare le insopportabili condizioni di scarsissimo peso negoziale e di rappresentatività degli organismi della Rappresentanza Militare, alla luce delle vigenti norme di legge.

A questo dibattito hanno partecipato vivacemente e con vari accenti e sensibilità le forze politiche di Governo e opposizione.

Non è sfuggito alla CGIL la posizione fermissima dei COCER: Aeronautica, Guardia di Finanza e da ultimo Marina, che hanno chiesto la istituzione, attraverso una nuova legge, del Sindacato per i militari italiani, affiancati e preceduti in questa richiesta anche da alcuni COIR e COBAR dell’Arma dei Carabinieri del Lazio, Lombardia ed Emilia.

A queste giustissime richieste della istituzione di una organizzazione sindacale per i militari la politica ha risposto, attraverso vari parlamentari, con molteplici proposte di legge oggi presenti in parlamento, e con un comitato ristretto, che ci risulta stia preparando una proposta di mediazione, che propone ancora una volta una riforma della rappresentanza interna fornendo ad essa nuovi contenuti contrattuali e concertativi.

Come certamente ricorderete tutti voi, la CGIL nel mese di Aprile scorso tentò di dare voce alle richieste di riforma della rappresentanza e della istituzione del sindacato per i militari. Proponemmo allora, una proposta di mediazione chiarissima per un forte allargamento delle capacità contrattuali e sindacali degli organismi di rappresentanza, accompagnata dal diritto, innovativo per i militari, di associazione.

La nostra proposta tendeva a costruire una maggioranza nel COCER Interforze sul tema della riforma del sistema elettorale, dei poteri contrattuali e concertativi e del diritto di libera associazione a tutti i livelli. Abbiamo tentato in tal modo di fornire ai componenti della rappresentanza di tutte le tendenze e opinioni, una buona occasione di discussione e di ricerca di una intesa, che formasse una maggioranza e ponesse le forze politiche di fronte alla necessità di una scelta definitiva per una riforma forte.

Inoltre, presentando quella proposta ai COCER, e non alle forze politiche, la CGIL- per prima - riconosceva ai COCER, ricercando il loro consenso, quella rappresentanza politica e contrattuale, che fino ad oggi tutti hanno negato, come ricordato con forza, al tavolo della trattativa col Governo, dal presidente del COCER Interforze.

L’incontro fra la CGIL e i COCER di tutte le armi si concluse con l’impegno del COCER Interforze e del presidente a costituire un gruppo ristretto, tre per ogni Sezione, che approfondisse la materia e in particolare la proposta presentata dalla CGIL, per far conoscere entro un mese l’opinione dei COCER .

La CGIL avrebbe tentato, sulla base di quel consenso, a far viaggiare in Parlamento la proposta di riforma, così elaborata e condivisa.

Abbiamo appreso in seguito, che il COCER Interforze ha votato, a maggioranza, una posizione diversa, peraltro da noi non condivisa, e che essa è stata presentata alle forze politiche nel corso di successive audizioni presso la Commissione Difesa del Senato.

Sappiamo anche che il voto di almeno tre COCER e di alcune strutture di base si è distinto da tali proposte, confermando la richiesta della istituzione del sindacato per i militari, così come è già accaduto per le forze di polizia ad ordinamento civile.

A questo punto la CGIL prendendo atto della situazione e dell’assenza di risposte da parte del COCER, all’invito rivolto dalla riunione sopra ricordata, intende avanzare una semplice proposta, di soli cinque articoli, per la istituzione del sindacato per i militari. Ponendo così un elemento di chiarezza ulteriore, nel tentativo di porre fine al pericolo di strumentalizzazioni in atto, consentite anche dalle divisioni presenti (come noi, peraltro, temevamo che accadesse).

A tal fine, nella ricerca del confronto e del dialogo, che caratterizza da sempre l’impegno della Confederazione, soprattutto quando si parla di diritti, chiediamo, ancora una volta agli organi della rappresentanza militare oggi in carica e investiti della ufficialità del ruolo che la legge assegna ad essi, di esprimere, se lo riterranno opportuno, un consenso alla nostra proposta di legge.

Proposta aperta ad eventuali modifiche, in modo da poterla proporre ai parlamentari per la presentazione, insieme alle Associazioni dei militari, che esprimono da tempo un forte consenso per il riconoscimento dei diritti costituzionali e sindacali dei lavoratori in divisa nel rispetto e nel riconoscimento di tutte le necessarie specificità delle forze armate e delle polizie ad ordinamento militare.

Sulla proposta di legge che vi inviamo acclusa a questa nostra lettera, sarà utile, a questo punto, un confronto fra di voi.

Da tale confronto, auspichiamo emerga una posizione che vi preghiamo di renderci nota nei tempi rapidi necessari a intervenire efficacemente nella discussione in corso nelle Commissioni Difesa dei due rami del Parlamento e nei confronti dei Ministri della Difesa e della Funzione Pubblica, incaricati di seguire la riforma.

Nell’attesa di un cortese e rapido riscontro alla nostra proposta, aspettiamo vostre comunicazioni e con l’occasione, vi inviamo cordialissimi saluti.

Il Responsabile Sicurezza e Legalità CGIL

Marcello Tocco

Il Segretario Confederale CGIL

Paolo Nerozzi

All.: 1

DISEGNO DI LEGGE PER L’ISTITUZIONE DELLE ASSOCIAZIONI SINDACALI PER IL PERSONALE DELLE FORZE ARMATE E DEI CORPI DI POLIZIA AD ORDINAMENTO MILITARE.

ART.1

(Diritti Sindacali)

Gli appartenenti alle Forze Armate ed alle Forze di Polizia ad ordinamento militare hanno diritto di associarsi in sindacato.

Essi non possono iscriversi a sindacati diversi da quelli istituiti specificamente per il personale militare, né assumere la rappresentanza di altri lavoratori.

Gli appartenenti alle Forze Armate ed alle Forze di Polizia ad ordinamento militare possono tenere riunioni anche in divisa:

a) in locali dell’Amministrazione, messi a disposizione dalla stessa, che ne fissa le modalità d’uso;

b) in luoghi aperti al pubblico.

Possono tenersi riunioni durante l’orario di servizio nei limiti di dieci ore annue. I Comandanti delle unità o reparti interessati hanno facoltà di fissare modalità di tempo e di luogo per il loro svolgimento.


ART. 2

(Sindacati delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare)

I Sindacati delle Forze Armate e delle Forze di Polizia ad ordinamento militare sono formati, diretti e rappresentati da appartenenti alle stesse Forze, in attività di servizio o comunque assoggettabili ad obblighi di servizio e ne tutelano gli interessi senza interferire nella direzione dei servizi o nei compiti operativi.

Essi non possono affiliarsi o avere relazioni di carattere organizzativo con altre associazioni sindacali.


ART. 3

(Divieto di esercizio di sciopero)

Gli appartenenti alle Forze Armate ed alle Forze di Polizia ad ordinamento militare non esercitano il diritto di sciopero né azioni ad esso sostitutive che, effettuate durante il servizio, possono pregiudicare le esigenze operative, di tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica o le attività di polizia giudiziaria.


ART. 4

(Norme abrogate e modificate)

E’ abrogato l’articolo 8 della legge 382 del 1978, nonché tutte le disposizioni di legge e regolamentari in contrasto con la presente legge.

Il secondo comma dell’articolo 83 della legge 121 del 1981 è così sostituito:

“Essi possono affiliarsi o avere relazioni di carattere organizzativo con altre associazioni sindacali”.

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