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Difesa Servizi spa: Approfondimento del primo caso di privatizzazione dello Stato PDF Stampa E-mail
Il fatto Tra le pieghe della finanziaria, un provvedimento esplosivo, che faccendieri di tutta Italia anticipavano da un anno. Ignazio La Russa è riuscito a privatizzare il suo ministero, creando una spa, al 100% nelle sue mani, che gestirà con criteri di diritto privato le forniture e gli acquisti della Difesa, e pure le aree del demanio militare, un patrimonio immenso

Diritto privato vuol dire niente gare, niente corte dei conti, e se qualcuno ruba, è appropriazione indebita e i pm non possono intervenire d'ufficio.

Ma le aree del demanio militare restano protette dal segreto militare, anche nei confronti degli enti locali. Quindi se i militari, ormai spa, ci vogliono fare un termovalorizzatore, una centrale nucleare, un grattacielo, così, tanto per far fronte fuori bilancio alle spedizioni estere o a chissà cosa, non devono chiedere il permesso a nessuno, che tanto nessuno non autorizzato da loro può entrare.

In pratica, un colpo di stato. Ne ha parlato un solo giornale, l'Espresso di venerdì 18. Di Pietro manco se ne è accorto. Il PD ha fatto fare una blanda protesta d'ufficio da due esponenti minori, la vedova Calipari e il sen. Scanu.

Certo, il momento per l'operazione è ben scelto, perché offre un immediato impiego ai capitali che stanno rientrando grazie allo scudo: una grandiosa speculazione immobiliare che è sempre stato l'affare più gradito per i nostri "capitani coraggiosi", insieme alla possibilità di contrattare forniture militari con una burocrazia amica, in condizione di quasi monopolio.

Economicamente potrebbe essere una operazione grandiosa, in grado di farci uscire dalla crisi, e di consolidare un nuovo ceto economico (quelli che riportano i soldi dall'estero) con un nuovo ceto politico: gli uomini di AN che non a caso stanno dialogando sul futuro del nostro sistema politico dopo Berlusconi con gli uomini del PD. Che a questa operazione devono assicurare la tolleranza in parlamento e negli enti locali.

Di seguito riportiamo la posizione di CASADIRITTO:

COMITATO NAZIONALE UTENZA E VALORIZZAZIONE

DEMANIO MILITARE DI ABITAZIONE

Via Garibaldi,3 - 00153 - ROMA

Tel./Fax: 06-5883981

ALLOGGI DIFESA

DIFESA SERVIZI S.P.A

PRESTO SI AGGIRERA' TRA NOI

Con l'entrata in vigore della Legge finanziaria  2010 "l'artefice", così come il Sole 24 Ore chiama l'On. Guido Crosetto, Sottosegretario per la Difesa, artefice appunto di Difesa Servizi S.p.A. "è soddisfatto".

Questa creaturina (la S.p.A. )si occupa di attività attualmente prerogativa della vera Difesa,ma prossimamente,non appena approvato lo Statuto (entro 45 giorni assicura il Sole 24 Ore ),sarà operativa e "potrà avvalersi di personale militare e civile già a libro paga della Difesa".

Valorizzazione immobili,acquisizione beni e servizi,e prestazioni strettamente correlate all'attività operativa delle Forze Armate, compresa l'Arma dei Carabinieri, sono i fini di questa società privata, che meglio lo Statuto potrà precisare.

L'attenzione di CASADIRITTO sarà naturalmente concentrata nel monitorare e porre la massima attenzione intorno a tutto quello che ruoterà nel fantastico mondo che si aprirà nella gestione degli alloggi . Faremo attenzione soprattutto alla ricaduta che avrà questa operazione ,per esempio nel settore degli affitti .Non vorremmo, anche se a pensare male si fa peccato , che di fantasia in fantasia, si arrivi alla realizzazione, come già scritto nero su bianco fin dal maggio-giugno 2008 , nel Piano,denominato da gente più pragmatica e meno fantasiosa,partecipante alla allegra tavolata auto denominatasi, con indubbio effetto thrilling "Obiettivo 9".

Laddove veniva precisato che : "il rilascio delle unità abitative da parte degli utenti Sine Titulo, in quanto il canone elevato che si viene a determinare risulta sicuramente antieconomico/ insostenibile rispetto ad altra sistemazione abitativa (anche in zone periferiche ) tratta dal libero mercato  " . Pagina 13 (N.d.R.).

Arriveranno  alla  realizzazione  di questo traguardo malsano ed  illecito confezionato dall'Obiettivo 9 ?

Questa società opererà, come precisato bene sul Sole 24 Ore , senza il controllo della Corte dei Conti, ed è lo stesso Crosetto sullo stesso giornale "non c'è controllo della S.p.A. da parte della Corte dei Conti".

In attesa che entro 45 giorni la neonata Società venga costituita con regolare rogito, si allega la parte della Finanziaria 2010  riportante "l'evento".

E qui ci poniamo una riflessione: l'assenza di un qualsiasi controllo del massimo organo della Magistratura Contabile. Dice l'Espresso nel numero del 22 dicembre 2009: "Questa holding potrà spendere ogni anno tra i 3 e i 5 miliardi di Euro senza rispondere al Parlamento o a organismi neutrali. In più si metterà nel portafogli un patrimonio di immobili "da valorizzare" pari a 4 miliardi di Euro. Sono cifre imponenti, un fatturato da multinazionale che passa di colpo dalle regole della pubblica amministrazione a quella del mercato privato".

E qui anche CASADIRITTO si pone un altro interrogativo: l'assenza di questi controlli, a chi giova?

Non crediamo sia utile alla Difesa ne tanto meno, molto più modestamente, alle migliaia di famiglie di militari in servizio e in quiescenza che in quelle case ci vivono.

E' comunque facile prevedere che Difesa Servizi S.p.A. e Regolamento (Legge 244) comprensivo di Programma Pluriennale, entrino inevitabilmente in rotta di collisione e sia comunque incompatibile con le attuali Leggi a cui teniamo molto e che ci sono costate enormi sacrifici (Leggi 537 e 724), a distanza di anni possiamo ben dirlo, hanno rotto l'inerzia della Difesa "costringendola" allora, ad aumentarci si il canone, ma in una maniera possibile, ove il canone non era certo "escogitato" per rendere "antieconomico/ insostenibile" la permanenza, ma semplicemente è considerata una risorsa in più per la Difesa ed una acquisita dignità per gli utenti in affitto.

In questo momento, a distanza esattamente di un anno, era dicembre 2008 ,ci appare difficile immaginare che il Sottosegretario Crosetto ed i suoi collaboratori, che CASADIRITTO ha incontrato di fronte a quel grande tavolo ovale di via Napoli, mostrando significative aperture su quella bozza di Regolamento inerente gli alloggi e trasmettendoci una  non immotivata quanto purtroppo illusoria fiducia, sia lo stesso Sottosegretario che il giorno 1° dicembre 2009 in un intervento effettuato presso la Commissione Difesa della Camera, diventato oramai nostro malgrado un "cult" ha tentato di replicare al Relatore On. De Angelis con discutibili quanto personalissimi singolari argomenti e precisazioni che, se non altro, hanno messo in luce l'improvvisa metamorfosi del Sottosegretario.

Quelle frasi per fortuna sono state visionate da migliaia di famiglie, che direttamente hanno letto quelle tristi e gravi affermazioni in maniera diretta dallo stenografico della Camera, e in migliaia di copie diffuse direttamente in tutta Italia tramite internet da CASADIRITTO.

Non dovremmo che trarne quindi un giudizio severo.

Vedremo se invece, nel corso di questa pausa dei lavori parlamentari, il Sottosegretario Crosetto ne trarrà una utile riflessione.

Ad aiutarlo troverà tutti quanti: CASADIRITTO, il COCER, il RELATORE ,la stragrande maggioranza della Commissione Difesa e non ultime le migliaia di famiglie contro le quali il provvedimento è rivolto.

Gennaio 2010

Sergio Boncioli

Coordinatore Nazionale

CASADIRITTO

Di seguito il testo della legge finanziaria comma 23 - 30 riguardante l'istituzione di "Difesa Servizi S.p.A.":

23. Ai fini dello svolgimento dell'attività negoziale diretta all'acquisizione di beni mobili, servizi e connesse prestazioni strettamente correlate allo svolgimento dei compiti istituzionali dell'Amministrazione della difesa e non direttamente correlate all'attività operativa delle Forze armate,compresa l'Arma dei carabinieri, da individuare con decreto del Ministro della difesa di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, nonché ai fini dell'articolo 7 della legge 24 dicembre1985, n. 808, nonché delle attività di valorizzazione e di gestione, fatta eccezione per quelle di alienazione, degli immobili militari, da realizzare anche attraverso accordi con altri soggetti e la stipula di contratti di sponsorizzazione, è costituitala società per azioni denominata « Difesa Servizi Spa », con sede in Roma. Il capitale sociale della società di cui al presente comma è stabilito in 1 milione di euro ei successivi eventuali aumenti del capitale sono determinati con decreto del Ministro della difesa, che esercita i diritti dell'azionista.

Le azioni della società sono interamente sottoscritte dal Ministero della difesa e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi.

24. Le Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, ed il Corpo della guardia di finanza hanno il diritto all'uso esclusivo delle proprie denominazioni, dei propri stemmi, degli emblemi e di ogni altro segno distintivo. Il Ministero della difesa,anche avvalendosi della società di cui al comma 23, ed il Corpo della guardia di finanza, anche avvalendosi dell'apposita società, possono consentire l'uso anche temporaneo delle denominazioni, degli stemmi, degli emblemi e dei segni distintivi di cui al presente comma, in via convenzionale ai sensi dell'articolo 26 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori,servizi e forniture, di cui al decreto legislativo12 aprile 2006, n. 163, nel rispetto delle finalità istituzionali e dell'immagine delle Forze armate e del Corpo della guardia di finanza. Si applicano le disposizioni contenute negli articoli 124, 125 126 del codice della proprietà industriale di cui al decreto legislativo 10 febbraio2005, n. 30, e successive modificazioni.

25. Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque fabbrica, vende,espone, adopera industrialmente ovvero utilizza al fine di trarne profitto le denominazioni,gli stemmi, gli emblemi e i marchi di cui al comma 24 in violazione delle disposizioni di cui al medesimo comma è punito con la multa da 1.000 a5.000 euro.

26. Le disposizioni contenute nel comma 25 non si applicano ai collezionisti e agli amatori che operano per finalità strettamente personali e non lucrative.

27. Con regolamenti da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro della difesa, di concerto coni Ministri dello sviluppo economico e dell'economia e delle finanze, sono individuatile denominazioni, gli stemmi, gli emblemi e gli altri segni distintivi di cui al comma 24, nonché le specifiche modalità attuative, con riferimento alle Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri.

Con regolamenti da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge 23 agosto 1988, n. 400, su proposta del Ministro dell'economia e delle finanze, di concerto con il Ministro dello sviluppo economico, sono individuate le denominazioni, gli stemmi, gli emblemi e gli altri segni distintivi di cui al comma 24 e le specifiche modalità attuative, con riferimento al Corpo della guardia di finanza.

28. La società di cui al comma 23, che è posta sotto la vigilanza del Ministro della difesa, opera secondo gli indirizzi strategici e i programmi stabiliti con decreto del medesimo Ministero, di concerto con il Ministero dell'economia e delle finanze. La medesima società ha ad oggetto la prestazione di servizi e l'espletamento di attività strumentali e di supporto tecnico-amministrativo in favore dell'Amministrazione della difesa per lo svolgimento di compiti istituzionali di quest'ultima. L'oggetto sociale, riguardante l'attività negoziale diretta all'acquisizione di beni mobili, servizi e connesse prestazioni, è strettamente correlato allo svolgimento dei compiti istituzionali del comparto sicurezza e difesa, anche attraverso l'espletamento, per le Forze armate, compresa l'Arma dei carabinieri, delle funzioni di centrale di committenza ai sensi dell'articolo 33 del codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture, di cui al decreto legislativo 12 aprile 2006, n. 163. Le predette funzioni di centrale di committenza possono essere svolte anche per le altre Forze di polizia, previa stipula di apposite convenzioni con le amministrazioni interessate.

La società può altresì esercitare ogni attività strumentale, connessa o accessoria ai suoi compiti istituzionali, nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria in materia di affidamento a società a capitale interamente pubblico.

29. La società di cui al comma 23, nell'espletare le funzioni di centrale di committenza, utilizza i parametri di prezzo qualità delle convenzioni di cui all'articolo 26, comma 1, della legge 23 dicembre 1999, n. 488, e successive modificazioni, come limiti massimi per l'acquisto di beni e servizi comparabili.

30. Lo statuto disciplina il funzionamento interno della società di cui al comma 23. Esso è approvato con decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze, entro quarantacinque giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge. È ammessa la delega dei poteri dell'organo amministrativo a uno dei suoi membri.

Con lo stesso decreto sono nominati i componenti del consiglio di amministrazione e del collegio sindacale per il primo periodo di durata in carica. I membri del consiglio di amministrazione possono essere scelti anche tra gli appartenenti alle Forze armate in servizio permanente.

Le successive modifiche allo statuto e le nomine dei componenti degli organi sociali per i successivi periodi sono deliberate a norma del codice civile ed entrano in vigore a seguito dell'approvazione delle stesse con decreto del Ministro della difesa, di concerto con il Ministro dell'economia e delle finanze. Ai fini del presente comma lo statuto prevede:

a) il divieto esplicito di cedere le azioni o di costituire su di esse diritti a favore di terzi;

b) la nomina da parte del Ministro della difesa dell'intero consiglio di amministrazione e il suo assenso alla nomina dei dirigenti;

c) le modalità per l'esercizio del «controllo analogo» sulla società, nel rispetto dei principi del diritto europeo e della relativa giurisprudenza comunitaria;

d) le modalità per l'esercizio dei poteri di indirizzo e controllo sulla politica aziendale;

e) l'obbligo dell'esercizio della attività societaria in maniera prevalente in favore del Ministero della difesa;

f) il divieto di chiedere la quotazione in borsa o al mercato ristretto.

31. Gli utili netti della società di cui al comma 23 sono destinati a riserva, se non altrimenti determinato dall'organo amministrativo della società previa autorizzazione del Ministero vigilante. La società non può sciogliersi se non per legge.

32. La pubblicazione del decreto di cui al comma 30 nella Gazzetta Ufficiale tiene luogo degli adempimenti in materia di costituzione delle società previsti dalla normativa vigente. Il rapporto di lavoro del personale dipendente della società è disciplinato dalle norme di diritto privato e dalla contrattazione collettiva. Ai fini dell'applicazione dei commi 23 e da 28 a 31 del presente articolo, in deroga a quanto previsto dal comma 9 dell'articolo 23-bis del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, la società si avvale anche del personale militare e civile del Ministero della difesa, anche di livello non dirigenziale, in possesso di specifiche competenze in campo amministrativo e gestionale, da impiegare secondo le modalità previste dallo stesso articolo.

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Forze Armate e privatizzate:Tutta la gestione della Difesa passa in mano ad una società per azioni. Così un ministero smette di essere pubblico.

di Gianluca Di feo - L'Espresso

Le Forze Armate italiane smettono di essere gestite dallo Stato e diventano una società per azioni. Uno scherzo? Un golpe? No è una legge, che diventerà esecutiva nel giro di poche settimane. La rivoluzione è nascosta tra i cavilli della Finanziaria che marcia veloce a colpi di fiducia soffocando qualunque dibattito parlamentare. Cosi, in un assordante silenzio, tutte le spese della Difesa diventeranno un affare privato, nelle mani di un consiglio d'amministrazione e di dirigenti scelti soltanto dal ministro in carica, senza controllo del Parlamento, senza trasparenza. La privatizzazione di un intero ministero passa inosservata mentre introduce un principio senza precedenti. Che pochi parlamentari dell'opposizione leggono chiaramente come la prova generale di un disegno molto più ampio. Lo smantellamento dello Stato. "Ora si comincia dalla Difesa, poi si potranno applicare le stesse regole alla Sanità, all'Istruzione, alla Giustizia: non saranno più amministrazione pubblica, ma società d'affari" chiosa il senatore Pd Gianpiero Scanu.

Stiamo parlando di Difesa Servizi Spa, una creatura fortissimamente voluta da Ignazio La Russa e dal sottosegretario Guido Crosetto: una società per azioni, con le quote interamente in mano al ministero e otto consiglieri d'amministrazione scelti dal ministro, che avrà anche l'ultima parola sulla nomina dei dirigenti. Questa holding potrà spendere ogni anno tra i 3 e i 5 miliardi di euro senza rispondere al Parlamento o ad organismi neutrali. In più si metterà nel portatogli un patrimonio di immobili "da valorizzare" pari a 4 miliardi. Sono cifre imponenti, un fatturato da multinazionale che passa di colpo dalle regole della pubblica amministrazione a quelle del mondo privato. Ma questa Spa avrà altre prerogative abbastanza singolari. Ed elettrizzanti. Potrà costruire centrali energetiche d'ogni tipo sfuggendo alle autorizzazioni degli enti locali: dal nucleare ai termovalorizzatori, nelle basi e nelle caserme privatizzate sarà possibile piazzare di tutto. Bruciare spazzatura o installare reattori atomici. Signorsì! Segreto militare e interesse economico si sposeranno, cancellando ogni parere delle comunità e ogni ruolo degli enti locali. Comuni, Province e Regioni resteranno fuori dai reticolati con la scritta "zona militare", utilizzati in futuro per difendere ricchi business. Infine, la Spa si occuperà di "sponsorizzazioni". Altro termine vago. Si useranno caccia, incrociatori e carri armati per fare pubblicità? Qualunque ditta è pronta a investire per comparire sulle ali delle Frecce Tricolori, che finora hanno solo propagandato l'immagine della Nazione. Ma ci saranno consigli per gli acquisti anche sulle fiancate della nuova portaerei Cavour o sugli stendardi dei reparti che sfilano il 2 giugno in diretta tv?

Lo scippo

Quali saranno i reali poteri della Spa non è chiaro: le regole verranno stabilite da un decreto di La Russa. Perché dopo oltre un anno di dibattiti, il parto è avvenuto con un raid notturno che ha inserito cinque articoletti nella Finanziaria. "In diciotto mesi la maggioranza non ha mai voluto confrontarsi. Noi abbiamo tentato il dialogo fino all'ultimo, loro hanno fatto un blitz per imporre la riforma", spiega Rosa Villecco Calipari, capogruppo Pd in commissione Difesa: "I tagli alla Difesa sono un data oggettivo, dovevano essere la premessa per cercare punti di convergenza. La tutela dello Stato non può avere differenze politiche, invece la destra ha tenuto una posizione di scontro fino a questo scippo inserito nella

Portaerei Cavour

Finanziaria". Non si capisce nemmeno quanti soldi verranno manovrati dalla holding. Difesa Servizi gestirà tutte le forniture tranne gli armamenti, che rimarranno nelle competenze degli Stati maggiori. Ma cosa si intende per armamenti? Di sicuro cannoni, missili, caccia e incrociatori. E gli elicotteri? E i camion? E i radar e i sistemi elettronici? Quest'ultima voce ormai rappresenta la fetta più consistente dei bilanci, perché anche il singolo paracadutista si porta addosso uni serie di congegni costosissimi. La definizione di questo confine permetterà anche di capire se questa privatizzazione può configurare un futuro ancora più inquietante: una sorta di duopolio bellico. Finmeccanica, holding a controllo statale che ingaggia legioni di ex generali, oggi vende circa il 60 per cento dei sistemi delle forze armate. E a comprarli sarà un'altra Spa: due entità alimentate con soldi pubblici che fanno affari privati. Con burattinai politici che ne scelgono gli amministratori. All'orizzonte sembra incarnarsi un mostro a due teste che resuscita gli slogan degli anni Settanta. Ricordate? "Imperialismo del complesso industriale-militare". Un fantasma che improvvisamente si materializza nell'opera del governo Berlusconi.

Gli immobili

Questa Finanziaria in realtà realizza un altro dei sogni rivoluzionari: l'assalto alle caserme. E' una corsa agli immobili della Difesa per fare cassa, sotto la protezione di una cortina fumogena. La vera battaglia è quella per espugnare un patrimonio sterminato: edifici che valgono oro nel centro di Roma, Milano, Bologna, Firenze, Torino, Venezia. Un'altra catena di fortezze, poligoni, torri e isole in località di grande fascino che va dalle Alpi alla Sicilia. Da dieci anni si cerca di trovare acquirenti, con scarsi risultati: dei 345 beni ex militari messi all'asta dal governo Prodi, il Demanio è riuscito a piazzarne solo otto. Adesso, dopo un lungo braccio di ferro tra la Russa e Tremonti, si sta per scatenare l'attacco finale. Con una sola certezza: i militari verranno sconfitti, mentre sono molti a pensare che a vincere sarà solo la speculazione. All'inizio Difesa Servizi doveva occuparsi anche della vendita degli edifici: la nascente Spa a giugno si è presentata alla Borsa immobiliare di Cannes con tanto di brochure per magnificare il suo

Portovenere-La Spezia

catalogo. Qualche perla? L'isola di Palmaria, di fronte a Portovenere, gioiello del Golfo dei Poeti affacciato sulle scogliere delle Cinque Terre. L'arsenale di Venezia, con ampi volumi e architetture suggestive, e un castello circondato dalla laguna. La roccaforte nell'angolo più bello di Siracusa, pronta a diventare albergo e yacht club. La Macao, un complesso gigantesco con tanto di eliporto nel cuore di Roma, palazzi a Prati e ai piedi dei Parioli. Aree senza prezzo in via Monti incastonate nel centro di Milano. Ma il dicastero di Tremonti ha puntato i piedi: proprietà e vendita restano al Tesoro, che le affiderà a società esterne. Con un doppio benefit, secondo le valutazioni del Pd, per renderle ancora più appetibili. Chi compra, potrà aumentare la cubatura di un terzo. E avrà bisogno solo del permesso del Comune: Provincia e Regione vengono tagliate fuori, aprendo la strada a progetti lampo. Questo banchetto prevede che metà dell'incasso vada allo Stato; ai municipi andrà dal 20 al 30 per cento; il resto ai militari. Difesa Servizi però intanto può "valorizzare" i beni. Come? Non viene precisato. In attesa della cessione, potrà forse affittarli o darli in concessione come alberghi, uffici o parcheggi. Intanto però gli appetiti si stanno scatenando. E fette della torta finiscono in pasto alle amministrazioni amiche. Con giochi di finanza creativa. A Gianni Alemanno per Roma Capitale sono state concesse caserme per oltre mezzo miliardo di euro. O meglio, il loro valore cash: il Tesoro anticiperà i quattrini, da recuperare con la vendita degli scrigni di viale Angelico, Castro Pretoria, via Guido Reni e di un paio di fortezze ottocentesche ormai inglobate dalla metropoli. Qualcosa di simile potrebbe essere regalato a Letizia Moratti, per lenire il vuoto nelle casse dell'Expo: un bel pacco dono di camerate e magazzini con vista sul Duomo. "Cosi le logiche diventano altre: non c'é più tutela del bene pubblico ma l'esternalizzare fondi e beni pubblici attraverso norme privatistiche" dichiara Rosa Calipari Villecco, sottolineando l'assenza di magistrati della Corte dei conti o altre figure di garanzia nella nuova Spa. Un anno fa i militari avevano manifestato insofferenza per questa disfatta edilizia. Il capo di Stato maggiore Vincenzo Camporini aveva fatto presente che era stato ceduto un tesoro da un miliardo e mezzo di euro senza "adeguato contraccambio". Oggi, come spiega l'onorevole Calipari, "non si sa nemmeno tra quanti anni le forze armate riceveranno i profitti delle vendite". Eppure i generali tacciono. Una volta ai soldati veniva insegnato "Credere, obbedire, combattere"; adesso il motto della Difesa privatizzata è "economicità, efficienza, produttività". La regola dell'obbedienza é rimasta però salda. E con i tagli al bilancio imposti da Tremonti - in un triennio oltre 2,5 miliardi in meno- anche gli spiccioli della nuova holding diventano vitali per tirare avanti e garantire l'efficienza di missioni ad alto rischio, Afghanistan in testa.

Business con logo

Di sicuro, Difesa Servizi Spa sfrutterà le royalties sui marchi delle forze armate. Un business ghiotto. Il brand di maggiore successo è quello dell'Aeronautica. Felpe, t-shirt, giubbotti e persino caschi con il simbolo delle Frecce Tricolori spopolano con un mercato che non conosce distinzioni d'età e di orientamento politico. Anche l'Esercito si è mosso sulla scia: sono stati aperti persino negozi monomarca, con zaini e tute che sfoggiano i simboli dei corpi d'élite. Finora gli Stati maggiori barattavano l'uso degli stemmi con compensazioni in servizi: restauri di caserme, costruzione di palestre. D'ora in poi, invece, i loghi saranno venduti a vantaggio della Spa. Questo è l'unico punto chiaro della legge, che introduce sanzioni per le mimetiche senza licenza commerciale: anche 5 mila euro di multa. "La questione delle sponsorizzazioni è una foglia di fico per coprire altre vergogne. Tanto più che alla difesa vanno solo briciole", taglia corto il senatore Scanu. E trasformare il prestigio delle bandiere in denaro, però, non richiedeva la privatizzazione. La Marina ha appena pubblicato sui giornali un bando per mettere all'asta lo sfruttamento della sua insegna: si parte da 150 mila euro l'anno. Con molta trasparenza e senza foraggiare il cda scelto dal ministro di turno.

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Finanziaria, Di Stanislao (Idv): Difesa Spa tesoretto per i privati?

Nel disegno di legge Finanziaria, tra le varie disposizioni, c'e' l'introduzione della società Difesa Spa. Le attività affidate a tale società consistono, da un lato, nello svolgimento dell'attività' negoziale diretta all'acquisizione di beni mobili, servizi e connesse prestazioni strettamente correlate allo svolgimento dei compiti istituzionali dell'amministrazione della Difesa, dall'altro nella concessione in uso temporaneo, a titolo oneroso, previa autorizzazione del ministro della Difesa, dei mezzi e materiali prodotti dall'industria nazionale e acquisiti dalle Forze armate. "La Difesa servizi Spa - afferma Augusto Di Stanislao, capogruppo Idv in commissione Difesa alla Camera - diventa la cassaforte del ministero della Difesa, che non risponderà più a criteri pubblici bensì entrerà un nuovo regime di gestione privatistico, e ancora di più la nuova società avrà un Cda con amministratore delegato e revisori di esclusiva nomina ministeriale. Oltre alla sottrazione, quindi, allo Stato, di ruoli e funzioni propri, vi e' anche da parte del ministero della Difesa non una concezione patronale dello Stato, che non ha niente a che fare con principi di liberalizzazione ne' di efficacia efficienza per l'affidamento dei beni dello Stato".

"Presenterò un emendamento soppressivo e se davvero questa gestione non andrà ad incidere su quello che avviene alla Difesa ma sara' uno strumento in più che la Difesa potrà avere e servirà per creare ricchezza al di fuori di essa, utilizzando le professionalità che abbiamo, allora questo provvedimento deve avere un iter ordinario in commissione e non usare come al solito queste scorciatoie. La gestione ordinaria, continua a sostenere il Parlamentare Idv, si aggira intorno ai 3-5 miliardi di euro l'anno, ma il potenziale e' molto più alto. I tagli di bilancio nelle spese per l'esercizio, oltre a compromettere la capacità operativa del nostro strumento militare, hanno gravi conseguenze anche sulla stessa sicurezza del personale e vanno al di là di un contenimento sostenibile. "Il governo,- conclude Di Stanislao - invece di adottare misure finanziarie adeguate, appare intenzionato ad assumere la difficile situazione finanziaria della Difesa quale base di partenza, non tanto per razionalizzare il modello di difesa esistente, quanto per ridimensionarlo drasticamente negli organici senza tener conto delle conseguenze operative". (Velino)

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Parte Difesa Spa, giro d'affari di miliardi per i privati.

Ultima giornata da brivido per l'esame della finanziaria in Senato. Gli immobili della Difesa, usciti dalla porta, rientrano dalla finestra, cioè nell'emendamento del relatore Maurizio Saia: saranno gestiti dalla Difesa Spa, la società creata nella stessa manovra che di fatto espropria le strutture pubbliche dal controllo sulle voci di spesa militare. Il braccio di ferro tra Difesa e Economia (che pretendeva il completo controllo sugli immobili, anche per via di un'intesa pregressa) sembra per ora vinto dalla prima. Difficile delimitare il perimetro effettivo della formulazione utilizzata: alla nuova Spa si affidano le attività di «valorizzazione e gestione, fatta eccezione per quelle di alienazione, degli immobili militari».

Si intuisce che il giro d'affari in questo caso è enorme: caserme nei centri storici, alloggi spesso vuoti. Sotto la formula «valorizzazione» può nascondersi tutto. Lo sfondamento del duo La Russa-Crosetto è riuscito, anche se non si comprende ancora come si combinano le nuove norme, con i vecchi patti Difesa-Demanio. Da anni infatti il ministero offre all'economia i suoi immobili, come contropartita delle erogazioni. Un altro punto oscuro, in un'operazione che resta carica di ombre: si affidano a un consiglio d'amministrazione nominato dal ministro ampi poteri decisionali, anche su temi come gli armamenti e la produzione di energia.

Di fatto viene depotenziata la Consip (sempre dell'economia), finora unica titolare per gli acquisti della pubblica amministrazione. Il testo Saia (ieri riformulato) prevede anche nuove disposizioni copyright, ovvero il diritto all'uso esclusivo, sulle proprie denominazioni, stemmi, emblemi e ogni altro distintivo da parte delle forze armate, compresi Carabinieri e Guardia di Finanza. Chissà se varrà anche per le fiction Tv prodotte da Rai e Mediaset. Ancora non è chiaro. «Il business vince, il ministro Ignazio La Russa si prende la Difesa per regalarla alle imprese», commenta Carlo Podda, segretario generale Fp-Cgil.

Nella legge sono tra l'altro previsti alcuni «spiccioli» per la sicurezza e la difesa. Certo, 100 milioni all'anno sono meglio di niente. Però a fronte dei tagli già operati al comparto sono solo spiccioli e non sono in coerenza con tutte le promesse di un governo che ha fatto della difesa e della sicurezza il centro delle sua identità politica», dichiara Roberta Pinotti (Pd).

Le droghe sono cari, è per questo che alcuni pazienti non possono comprare le medicine di cui hanno bisogno. Tutti i farmaci di sconto risparmiare denaro, ma a volte le aziende offrono condizioni migliori rispetto ad altri. Circa il venti per cento degli uomini di età compresa tra 40 e 70 non erano in grado di ottenere l'erezione durante il sesso. Ma non è una parte naturale dell'invecchiamento. Questioni come "Comprare kamagra oral jelly 100mg" o "Kamagra Oral Jelly" sono molto popolari per l'anno scorso. Quasi ogni adulto conosce "kamagra 100mg". Le questioni, come "Comprare kamagra 100mg", si riferiscono a tipi diversi di problemi di salute. In genere, avendo disordine ottenere un'erezione può essere difficile. Prima di prendere il Kamagra, informi il medico se si hanno problemi di sanguinamento. Ci auguriamo che le informazioni qui risponde ad alcune delle vostre domande, ma si prega di contattare il medico se si vuole sapere di più. personale professionale sono esperti, e non saranno scioccati da tutto ciò che dici.

 
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