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I privilegi e guadagni della casta dei generali delle Forze Armate PDF Stampa E-mail

Una sola Maserati Gran Turismo costa 114.340 euro. Se blindate e super accessoriate, il prezzo lievita. "Che male c'è? Le Maserati sono italiane e costano meno delle berline tedesche già in uso. Anche se io preferisco servirmi di una vecchia e solida Audi perché la Maserati la reputo troppo sportiva" diceva l'ex ministro della difesa Ignazio La Russa, qualche mese prima della caduta del Governo Berlusconi, per spiegare l'acquisto di 19 lussuose vetture italiane.
Eppure, fossero stati solo i soldi delle Maserati ad uscire dalle casse dello Stato, era mezza disgrazia. Ci si scaglia contro i privilegi della casta politica, dimenticando che intorno e dietro a loro, ci sono tanti altri poteri, forse molto più forti. Uno dei tanti, è quello dei vertici delle Forze Armate.
Le Forze Armate italiane sono l'insieme delle componenti militari dello Stato, ovvero, Esercito, Marina, Aeronautica e Carabinieri. Parte integrante sono la Guardia di Finanza, la Croce Rossa italiana, il corpo delle infermiere volontarie della croce rossa italiana, l'Ordine di Malta e l'ordinariato militare. L'organizzazione delle forze armate è sempre stata caratterizzata da una struttura gerarchica molto rigida e chiusa. Impenetrabile. Il presidente della Repubblica ne ha il comando. Al Ministro della difesa, a Giampaolo Di Paola (della Marina Militare) dipende l'ufficio di gabinetto, due sottosegretari, due uffici centrali, il capo di Stato maggiore della difesa. Quest'ultimo ha la condizione gerarchica su tutto il personale militare italiano e da lui dipendono i capi di stato maggiore delle singole forze armate.
Nell'Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri e Finanza, alcuni generali godono di molti privilegi. Più di quanto noi né sappiamo. La loro fortuna (o sfortuna) è che non vivono sotto la costante pressione dei mass media, come lo sono i politici. Non stiamo parlando di quei semplici militari o carabinieri, che girano per le strade del nostro paese senza la benzina. Non sono persone che guadagnano qualcosina di più di mille euro al mese. Si tratta, di quella casta di generali che beneficiano dei privilegi.
In questi casi, per loro, il sacrificio per la patria non vale: possono andare in pensione con il 50 per cento di denaro in più rispetto agli altri dipendenti pubblici; a 6 di loro spetta anche una "speciale indennità pensionabile", ovvero 409.349 euro l'anno a testa, che si somma alla pensione ordinaria; per 44, tra generali e ammiragli, c'è un appartamento di rappresentanza per cui lo Stato paga tutto, anche le pulizie: dalla spazzatura e lavatura dei pavimenti, alla spolveratura e lucidatura dell'argenteria, dalla ceratura del parquet alla pulizia esterna. Il tutto alla contenuta cifra di 76.260 euro ogni anno per un solo appartamento. Sono 3 milioni e mezzo di euro per tutti e 44.
CIFRE: E' molto difficile ricostruire minuziosamente il viavai del denaro che arriva e parte dai ministeri. E soprattutto, è difficile individuare quei soldi che "scottano". Sappiamo che le Forze Armate ricevono finanziamenti da vari ministeri. Ad esempio, lo stanziamento complessivo, per il 2011, al Ministero della Difesa è stato pari a 20.494,6 milioni di euro, in aumento di 130,2 milioni di euro, pari allo 0,6% del totale, rispetto al 2010. Tali spese, in gran parte, sono assorbite dai costi per il personale. Per quanto riguarda il ministero dell'Economia, ha stanziato, per il 2011, ben 1.500 milioni di euro per la prosecuzione delle missioni internazionali (più di 30 in corso).
Mentre, il Ministero dello Sviluppo economico, con i suoi stanziamenti, contribuisce all'acquisto di una larga fetta degli armamenti, tra cui ci sono i 131 cacciabombardieri voluti da La Russa costati 13 miliardi. Per non parlare dei 121 aerei di difesa, 2 portaerei, centinaia di carri armati e aerei. Il tutto poi, va mantenuto, raddoppiando le cifre. L'Italia sembra un Paese in guerra. Nel 2010, abbiamo speso per armamenti, missioni ed esercito professionale oltre 23 miliardi di euro e il nostro Paese, oggi è all'ottavo posto al mondo per spese militari.
Il 9 ottobre 2006, il Sole 24 Ore ,scriveva sui lauti guadagni dei vertici delle forze Armate e Polizia. Confermando che l'allora Governo del Cavaliere, decideva un "maxi-aumento in gran segreto da Berlusconi alla fine del suo governo". "Poco prima delle ultime elezioni il governo Berlusconi - scriveva Marco Ludovico - come riconoscimento per i successi nella lotta al terrorismo, decide di aumentare la speciale indennità che fa parte della retribuzione del prefetto Gianni De Gennaro, portandola da 9mila a 19mila euro (lordi) mensili". L'aumento veniva esteso ai massimi vertici militari e alle figure equiparate dalle norme, come il capo della Forestale.
Ma non finisce qui. Il capo della Polizia, in base alla legge, ottiene un secondo aumento, dello stesso importo, poiché gli spetta anche l'indennità di Direttore generale della Pubblica sicurezza: il decreto Berlusconi in questo caso porta la data del 6 aprile. Risultato finale: le retribuzioni dei responsabili della sicurezza nazionale raggiungono livelli impensabili, in qualche caso inimmaginabili nello Stato. Si passa "dai 650mila euro di De Gennaro ai 380mila euro dei capi di Stato maggiore".
Le Maserati, i grandi guadagni e compensi, il destino degli immobili abbandonati delle Forze Armate, i privilegi, per arrivare agli "scandali" veri e propri, tra cui sprechi e inefficienze clamorose abbondano. Ora, si parla di tagli e sacrifici. Anche questa volta partiranno dal basso? Così, mancano i più elementari oggetti per le pratiche burocratiche come fogli, penne e stampanti oppure i semplici, ma vitali, servizi per il cittadino. In questo paese, possono mancare fotocopiatrici, penne, carta, anche il cibo, ma che nessuno si azzardi a toccare i privilegi dei vertici, al di là di quelli politici.

di Andrea Onofri da www.dirittodicritica.com

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