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Falco Accame denuncia: 10.000 morti e infortunati senza indennizzi per una virgola mancante su G.U. PDF Stampa E-mail

Accame a Grnews.it: 10.000 morti e infortunati senza indennizzi per una virgola mancante su G.U.

Oltre 10.000 militari italiani e appartenenti ai corpi militarmente ordinati, dal 1969 ad oggi, morti o gravemente infortunati in servizio non hanno ricevuto gli indennizzi previsti dalla legge 280 del 1991 (che modificò la legge 308/81) a causa di una virgola presente nel testo della legge approvato dal Parlamento e sparita nel nulla in quello pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale. L'errore fatale e incredibile ha così tagliato fuori dalle categorie dei beneficiari delle norme quella dei volontari/di carriera, ossia tutto il personale non “di leva”.

Lo denuncia Falco Accame, Presidente dell'Anavafaf, associazione di assistenza ai familiari dei caduti appartenenti alle Forze Armate, al periodico che segue i temi della sicurezza GrNews.it

Mentre nell'articolo 1 della legge approvata dalle Camere tra i destinatari degli indennizzi viene menzionata la categoria degli “allievi delle scuole e collegi militari”, separata con una virgola dalla categoria dei “volontari o trattenuti”, nel testo della Gazzetta Ufficiale la virgola è stata omessa, creando, per così dire, una sorta di categoria unica (anche se priva di senso reale) comprendente “gli allievi delle scuole e collegi militari volontari o trattenuti”! E' così stata eliminata, tra quelle dei beneficiari, la categoria “volontari o trattenuti”. Di conseguenza gli indennizzi verrebbero a spettare solo al personale della categoria di leva, che non esiste più.

>>> LA VIRGOLA DELLA DISCORDIA

Tenendo conto di quanto è deducibile dalla statistiche, solo per quanto riguarda il personale delle Forze Armate, è da ritenersi che dal 1969 ad oggi il numero di infortuni gravi, compresi quelli che hanno portato a decessi, tra il personale volontario di carriera, sia nell'ordine delle 10.000 unità, in questa categoria vi sono anche quei ragazzi possibilmente contaminati da uranio impoverito, anche loro ingiustamente privati dei risarcimenti.(segue)

Dell'errore, l'Anavafaf, ha avuto occasione di accorgersi solo recentemente attraverso la rilettura degli atti parlamentari e dopo anni di ostinate battaglie con il Ministero della Difesa che ha sempre negato gli indennizzi al personale infortunato o deceduto in servizio permanente in barba ad una precisazione del Consiglio di Stato del 1993 che stabiliva come aventi diritto oltre ai militari di leva anche quelli in servizio permanente dopo un caso sollevato da un vigile del fuoco.

Ma oltre alla virgola mancante, la miopia del Ministero della Difesa in tutti questi anni ha portato a ignorare anche il titolo della legge che parla chiaro: “NORME IN FAVORE DEI MILITARI DI LEVA E DI CARRIERA APPARTENENTI ALLE FORZE ARMATE, AI CORPI ARMATI ED AI CORPI MILITARMENTE ORDINATI, INFORTUNATI O CADUTI DURANTE IL PERIODO DI SERVIZIO E DEI LORO SUPERSTITI”.

E' assolutamente necessario che venga corretto l'errore sulla Gazzetta Ufficiale, ma occorre anche far sapere attraverso i mass media e i ministeri di appartenenza a tutti gli infortunati e ai familiari dei deceduti che sono stati ingiustamente esclusi da questa dovuta forma di assistenza.

Quanto agli indennizzi, oggetto di precedenti richieste, negati dalla Difesa, il ministero dovrà rettificare le risposte fornite e disporre inoltre un elenco di coloro che durante il servizio hanno subito gravi infortuni. Lo stesso vale per gli altri ministeri competenti essendo interessato oltre al personale delle Forze Armate, anche quello della Polizia di Stato, della Guardia di Finanza, della Polizia Penitenziaria, fino ai Vigili del Fuoco e al Corpo Forestale.

I costi complessivi di questo “risarcimento” si aggirano intorno ai 250 milioni di euro (la somma spettante a ogni beneficiario è di 50 milioni delle vecchie lire), quanto spenderemo in Libano solo nei primi sei mesi della missione. Il Governo e le Istituzioni dovrebbero reperire i fondi necessari e dare un segnale di vicinanza ai nostri militari e alle famiglie spesso dimenticate.

Sulla questione Falco Accame ha informato, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, il Presidente del Consiglio Romano Prodi, il Ministro della Giustizia Clemente Mastella (competente sulla Gazzetta Ufficiale), gli altri ministeri e le commissioni competenti.

 

di Francesco PALESE

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